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Aree rurali e sviluppo turistico

Aree rurali e sviluppo turistico
di Antonio Artale

Università degli Studi di Catania
Dipartimento di Economia e Impresa
Corso di Laurea i Economia e Gestione delle Imprese Turistiche
Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Palma Parisi
Anno accademico: 2015/2016

2.4 - I Borghi Rurali

All’interno delle aree rurali è possibile trovare luoghi che oggi sono considerati tra i più belli e affascinanti d’Italia, per via della presenza di risorse originali e non replicabili: stiamo parlando dei borghi.
Non esiste una definizione univoca di borgo, perche´ può far riferimento ad una struttura urbanistica ben definita, un centro individuato dalla piazza, un castello o una chiesa, sempre lontano dai grandi centri urbani. Il borgo italiano è visto nell’immaginario generale come un luogo poco conosciuto (da trovare e da scoprire) in una dimensione connessa al passato, con un elemento di attrazione (un castello, una chiesa, etc.) e immerso in una natura tipica della zona. Vengono considerate come piccole oasi di cultura intorno a spazi naturalistici che racchiudono al loro interno un insieme di armonie architettoniche del tessuto urbano, caratterizzate da un ingente presenza di patrimonio storico, culturale, ambientale, pregno di tradizione. Sono piccoli centri che, nella gran parte dei casi, sono al margine dei flussi turistici della regione in cui essi risiedono. Anche se sono spazi ricchi di storia, i borghi sono poco valorizzati e a rischio di isolamento e spopolamento, destinati a diventare luoghi degradati a causa della loro marginalità non solo di natura turistica, ma anche commerciale.
Fanno parte dell’Italia minore, sconosciuta e nascosta, dove si presentano tratti indelebili di storia millenaria. I borghi vengono considerati come località turistiche del turismo rurale, in quanto sono mete che presentano usi e costumi tradizionali tramandati da generazione in generazione. Una delle associazioni private più importanti a livello nazionale è il club “I Borghi più belli d’Italia” (associazione con la finalità di combattere il degrado urbanistico e fa promozione per valorizzare i borghi). Quest’ultimo identifica quei borghi che si distinguono per qualità architettoniche, naturalistiche e urbanistiche sul territorio nazionale. In Sicilia i borghi che soddisfano i requisiti sono 23 e sono aderenti tutt’oggi al club. Sono borghi che hanno da offrire un insieme di risorse legate alla storia millenaria del luogo.
La figura 8 rappresenta la localizzazione di queste piccole oasi culturali siciliane appartenenti ai Borghi più belli d’Italia:

Figura 8. I borghi più belli d’Italia in Sicilia

Aree rurali e sviluppo turistico - Immagine 24

Fonte: www.borghipiubelliditalia.it

  • Castelmola
  • Castiglione di Sicilia
  • Castroreale
  • Cefalù
  • Erice
  • Ferla
  • Gangi
  • Geraci Siculo
  • Montalbano Elicona
  • Monterosso Almo
  • Novara di Sicilia
  • Palazzolo Acreide
  • Petralia Soprana
  • Sambuca di Sicilia
  • San Marco D’Alunzio
  • Savoca
  • Sperlinga
  • Sutera
  • Salemi

Nel territorio isolano, oltre a quelli appena citati, sono presenti più di una cinquantina di borghi rurali, molti dei quali sorti in epoca fascista con lo scopo di fornire servizi pubblici alle aree agricole. Risalenti agli anni 30, i borghi essendo lontani dai poli funzionali del territorio, come le città, oggi si trovano in uno stato di abbandono, lasciati nel dimenticatoio. Considerato che sono luoghi circondati da caratteristiche storico-naturali, i borghi possono essere piccoli poli attrattivi di turismo per le aree rurali, capaci di creare un flusso turistico che possa percorrere l’entroterra siciliano. Attraverso di essi si potrebbe integrare il turismo con la ruralità, andando a diversificare l’economia locale. A tale scopo, in tema di PSR 2007-2013, l’assessorato delle risorse agricole e alimentari, propose un progetto intitolato “La via dei borghi” allo scopo di riqualificare 12 borghi, per esaltarne i caratteri architettonici e stimolare uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali, diversificando l’economia locale. Purtroppo i territori interni che vivono di agricoltura soffrono i competitors internazionali che offrono lo stesso prodotto, però di qualità e prezzo inferiore. Per questo si è avuta l’intenzione di proporre come meta turistica i borghi e gli spazi rurali siciliani, che hanno da offrire paesaggi scarsamente antropizzati, ricchi di prodotti di elevata qualità e un clima favorevole quasi tutto l’anno. La via dei borghi è un itinerario che sorgerebbe lungo la Sicilia centrale, collegando la Provincia di Trapani alla provincia di Catania, passando attraverso 8 luoghi per un tratto che ricopre 200 chilometri. L’itinerario è destinato ad un target di turisti amanti dell’aria aperta, alla ricerca di paesaggi incontaminati. Tutte queste caratteristiche richiamano i lineamenti del turismo rurale, sono luoghi ideali per il turismo verde, ippoturismo, cicloturismo e soprattutto il turismo enogastronomico. La forma di ospitalità ideale da inserire all’interno dell’itinerario, oltre all’agriturismo, è quella dell’albergo diffuso, ricettività con caratteristiche originali ed attinente al modello di sviluppo turistico del territorio, in quanto non crea impatto ambientale. Attraverso questa forma di ospitalità è possibile recuperare, ristrutturare e mettere in rete edifici esistenti.

Figura 9. La via dei borghi

Aree rurali e sviluppo turistico - Immagine 25

Fonte: ESA (2007) – Progetto “La via dei borghi”.

E’ ideale per mettere in contatto residenti ed ospiti, avvicinandoli sempre di più allo stile di vita del luogo. La politica di realizzazione di questo importante e interessante itinerario, che potrebbe creare un flusso turistico all’interno della Sicilia e portare la destagionalizzazione del turismo (oggi legato ancora oggi nei periodi estivi) si basa sul raggiungimento di tre obiettivi:

- Incentivazione delle attività turistiche, cercando di rafforzare l’offerta ricettiva e sviluppando itinerari attinenti alla ruralità;
- Sviluppo e rinnovamento dei villaggi; attraverso il recupero, la tutela e la valorizzazione del patrimonio immobiliare, cercando di creare attività collettive, turistico-culturali;
- Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale, attraverso interventi di ripristino di edifici storico-architettonico;

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