LUISS Guido Carli
Libera Università Internazionale degli Studi Sociali
Dipartimento di Scienze Politiche
Cattedra di Comunicazione d’impresa e Gestione delle risorse umane
Relatore: Chiarissimo prof. Antonio Cocozza
Anno Accademico: 2016/2017
Il turismo rurale comprende le varie forme di turismo direttamente connesse alle risorse rurali, ovvero tutte quelle forme di turismo in cui la cultura rurale (dal lat. tardo ruralis, der. di rus ruris «campagna») rappresenta la componente più importante.
Le profonde trasformazioni del tessuto ambientale e sociale in cui viviamo hanno provocato mutamenti sostanziali degli stili di vita e consumi. È cresciuta la ricerca e l’acquisto di prodotti incontaminati ed è ritornata in auge la scoperta e la valorizzazione dei beni ambientali con l’immediata conseguenza dell’aumento dell’offerta di turismo rurale nelle sue componenti principali: l’agriturismo e i prodotti agroalimentari locali. Il turismo rurale (detto anche soft o sostenibile) si pone come turismo alternativo in opposizione a quello di massa poiché registra un numero limitato di turisti, i quali si adattano alle norme locali, interessati agli stili di vita del posto e disponibili all’apprendimento di usi, costumi e lingua del luogo.
L’agriturismo è una tipologia di turismo rurale dal momento che entrambi hanno un fondo comune costituto dal contesto ambientale in cui si svolge la pratica turistica; tuttavia i due concetti di “agriturismo” e “turismo rurale” si collocano in un complesso di definizioni - che riguardano il paesaggio, il territorio e l’ambiente - che presentano discipline differenziate dal punto di vista legislativo poiché si differenziano sia per i soggetti imprenditori sia per le leggi che ne disciplinano il funzionamento.
“Il turismo rurale si compone di una serie di offerte di ospitalità turistica in campagna caratterizzate da un’ospitalità rurale proveniente da strutture estranee all’azienda agricola, dalla fruibilità del patrimonio ambientale, nonché dalle risorse naturali.
L’agriturismo, invece, consiste in una pluralità di servizi turistici che l’imprenditore agricolo offre all’ospite utilizzando le potenzialità polifunzionali della propria azienda e in connessione con le attività agrarie che devono rimanere principali.” In altre parole, quindi, l’agriturismo è una forma di turismo rurale nella quale il turista è ospitato presso un'azienda agricola.
Giuridicamente è definito dalla legge quadro 730/85, successivamente ridefinita con la legge 96/2006, secondo la quale “per attività agrituristiche si intendono le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraversol'utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali.”
Concettualmente è definibile come una delle tante categorie che compongono le strutture ricettive italiane. Occorre specificare che l’agriturismo è una tipologia di struttura ricettiva esclusiva del Belpaese dal momento che in tutti gli altri paesi la definizione di turismo rurale comprende tutto ciò che è riconducibile al turismo in campagna e l’evasione dalla quotidianità. La categoria internazionale di richiamo più prossima all’agriturismo è la country house, che tuttavia presenta meno vincoli normativi, produttivi e fiscali ed è un’azienda turistica, commerciale a tutti gli effetti. Mentre l’agriturismo può essere esercitato soltanto nell’ambito di un’azienda agricola, la country house non ha vincoli ricettivi e l’unico limite è nella ristorazione che deve essere costituita da almeno il 70% di prodotti locali o tipici acquisiti direttamente dalle aziende agricole.
Al fine di assicurare uno sviluppo virtuoso e una gestione trasparente del settore agrituristico è stato istituito il 22 dicembre 2009 l’Osservatorio nazionale dell’agriturismo, ai sensi dell’art. 13 della legge 20 febbraio 2006, n. 96, recante “Disciplina dell’agriturismo”. Esso costituisce gli stati generali del settore poiché vi partecipano il ministero delle politiche agricole e forestali, le regioni, il dipartimento del turismo, l’ISTAT, il Touring Club e varie associazioni nazionali. Gli ultimi dati Istat mostrano il proseguimento del trend di crescita del settore registrato negli ultimi anni, sia per il numero di strutture sia per le presenze. Gli agriturismi, ammesso che siamo nell’epoca dell’«eterotopia della compensazione e dell’evasione di massa», sono avvantaggiati rispetto alle altre categorie ricettive.
Generalmente il fenomeno del turismo rurale è aumentato dall’88% del 2016 al 120% nel solo 2017 e, considerando il trend di crescita, si prospettano altri incrementi. Le aziende agrituristiche autorizzate nel 2015 sono 22.238, 494 in più rispetto all'anno precedente (+2,3%). L’agriturismo segna un aumento di presenze dell’8% rispetto allo scorso anno, dice la Coldiretti, «anche grazie alla qualificazione e diversificazione dell’offerta. La tranquillità garantita dalla campagna è un fattore importante ma è sempre la qualità dell’alimentazione l’elemento che spinge maggiormente a scegliere l’agriturismo».
Pare che questa tipologia di struttura, creata recentemente, abbia preso pienamente piede in Italia. Considerando la totalizzante urbanizzazione in cuiviviamo e le frenetiche giornate che conduciamo, le persone iniziano a “scappare” verso la tranquillità, almeno per qualche ora o qualche giorno. Una boccata d’aria, che solo la natura può offrire; l’agriturismo è tradizione agricola che diventa vacanza, struttura aziendale che si autogestisce.