L’agriturismo è la forma di ricettività e ristorazione che riesce a coprire una buona parte della ruralità siciliana. Per mezzo di essa, il turista può accedere facilmente verso risorse culturali e storiche, soprattutto nelle zone meno note, ad esempio zone di rilevanza naturalistica o culturale situate in zone montane. I flussi di domanda agrituristica sono cresciuti nel territorio nazionale negli ultimi 10 anni. In Sicilia nel 2014 si sono contati 120191 arrivi e 383483 presenze, quest’ultimo aumentato del 10,10% rispetto al 2013. L’offerta stessa è andata sempre di più a crescere negli ultimi anni: dal 2009 al 2014 gli agriturismi sono aumentati del 132%, rappresentando il 13% delle strutture extra alberghiera nella regione e fornendo il 14,74% posti letto sulla categoria extra alberghiera.
Grafico . Comparazione arrivi 2013-2014 per provincia
Grafico . Comparazione presenze 2013-2014 per provincia
Tabella 10. I flussi di domanda agrituristica in Sicilia. Comparazione 2013-2014
Elaborazione su Dati ISTAT
Negli agriturismi siciliani, il numero di arrivi degli italiani è leggermente superiore agli stranieri; Siracusa e Trapani sono le provincie con il maggior numero di arrivi, seguito da Catania e Palermo. A Siracusa il numero delle presenze è aumentato 16% rispetto all’anno precedente, la provincia di trapani ha registrato invece un calo del 10.88%. La miglior performance invece è la provincia di Ragusa, dove sia gli arrivi che le presenze sono aumentate del 50%, per via delle numerose aperture di agriturismi nel ragusano. Il pernottamento medio in un agriturismo siciliano è in media di 3 giorni. La provincia con la durata più lunga di permanenza è Catania, dove mediamente un pernottamento dura quasi 5 giorni, seguito Agrigento con 4 giorni; la provincia con la media più bassa è Enna dove si pernotta appena 2 giorni (1,79).
Per quanto riguarda la geo localizzazione delle strutture agrituristiche, si è rilevato che la maggior parte di esse si concentra soprattutto zone collinari e molto di meno in pianura.
Si è stimato che l’85% degli agriturismi in Sicilia offre il servizio di pernottamento, di cui il 19% fornisce anche servizio di colazione, il 24% mezza pensione e il 64% dà la possibilità di servizio pensione completa. Nell’ambito ristorativo, è stato rilevato che i posti a sedere autorizzati più elevati nel mezzogiorno sono in Sardegna e in Sicilia, dove in quest’ultima si contano 25.267 posti. Gli agriristori rappresentano Il 76,2% degli agriturismi, di cui il 90,5% di essi offre, affianco al servizio ristorativo, anche pernottamento, il 3,35% offre sola ristorazione, e l’87,9% di essi fornisce attività ricreative. Un carattere fondamentale che viene abbinato all’attività agrituristica è la degustazione. Più volte si è parlato del peso importante che detiene la risorsa cibo nel turismo rurale. Sol il 36% degli agriturismi cerca di sfruttare questa risorsa organizzando degustazioni. Gli agriturismi siciliani offrono tantissime attività ricreative per il turista: le offerte più diffuse sono quelle legate allo sport (70%), escursionismo (57%), sono presenti anche fattorie didattiche (21%), attività di osservazioni naturalistiche, trekking etc.; tutta una serie di fattori che riescono a differenziare l’offerta turistica, aumentando lo svago e l’intrattenimento nel territorio.
Particolarmente interessante è la classificazione adottata dagli agriturismi per stabilire determinate caratteristiche qualitative che una struttura può detenere. Il livello di misurazione della qualità agrituristica avviene attraverso l’assegnazione di spighe, che possono variare da una a quattro spighe, in base ai requisiti aziendali. Una spiga viene assegnata a quelle strutture agrituristiche che soddisfano i requisiti obbligatori, come l’adozione di un amministrazione aziendale che si preoccupi di conservare l’ambiente e il bene essere degli animali, che fornisca una serie di servizi di pulizia e biancheria, che fornisca materiale informativo per promuovere attività e attrattori locali e aziendali. L’assegnazione della seconda spiga in poi, l’agriturismo deve detenere requisiti riguardo la vendita di prodotti, allevamento di animali, attività ricreative (come organizzare trekking, corsi di cucina, etc.). La disciplina della classificazione fa riferimento al Decreto del 28 febbraio 2006 dell’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste.
Come abbiamo appena visto, l’agriturismo siciliano è in crescita, presenta moltissimi aspetti, sia positivi che negativi. Un progetto di ricerca della CORECAS del 2007 ha cercato di individuare quali potessero essere i e i difetti degli agriturismi in Sicilia. Il risultato dell’indagine è stato espresso attraverso un analisi S.W.O.T., dov’è stato possibile individuare i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce degli agriturismi siciliani.
L’analisi SWOT della CORERAS evidenza chiaramente che gli agriturismi hanno solidi punti di forza legati al patrimonio storico e naturalistico, dove la presenza di un numero considerevole di cibi marchio comunitario e spazi naturali tutelati da vincoli, rappresentano una marcia in più verso la concorrenza, in quanto sono considerate fonti attrattive del turismo rurale. Ovviamente non ci sono solo note positive, in quanto il reparto agrituristico presenta aspetti negativi se si guarda il lato formativo, cooperativo, associativo: viene a mancare una rete di collaborazione che possa facilitare l’erogazione del prodotto, migliorare l’immagine del territorio e aumentare notevolmente la qualità del servizio offerto.
La tabella viene riportata per intero l’analisi svolta dalla CORERAS.
Fonte: Agriturismo in Sicilia – Stato dell’arte e prospettive. CORERAS