In Sicilia, al turismo viene riconosciuto il ruolo di settore produttivo e portante della nostra economia. Il turismo che si svolge a livello locale, presenta più opzioni, che vanno dal turismo tradizionale a quello più innovativo, di tipo enogastronomico.
Anche se i presupposti per uno sviluppo turistico non mancano, comunque le potenzialità del territorio non sono completamente sfruttate. Le grandi potenzialità della nostra terra sono controbilanciate dalla debolezza delle infrastrutture e dei trasporti.
La Sicilia ha due realtà parallele che si muovono senza mai incontrarsi, la costa ad alto livello turistico e l’entroterra fuori dai circuiti turistici, con delle strutture che non rispondono alla richiesta turistica. Bisognerebbe rivedere domanda ed offerta al fine di mirare a migliorare il patrimonio esistente. Sarebbe giusto trovare una risposta per quei tipi di turismo alternativi.
L’ospitalità diffusa rappresenta il vero modello di gestione territoriale, in quanto attraverso la valorizzazione del centro storico offrirebbe al turista la possibilità il riscoprire il lato ricco di storia e tradizione del posto in cui si trova.
In tutto ciò risulta di fondamentale importanza l’intervento dello Stato per l’avvio del Paese Albergo, in quanto i singoli hanno serie difficoltà ad organizzarsi da soli e creare cooperazione.
Affinche´ si avvii il Paese Albergo è necessario avere una predisposizione nei confronti dell’ospitalità, ma anche creare la fiducia tra chi opera per poter poi agire di comune accordo.
Occorre mirare al raggiungimento della formazione, tesa a raggiungere la capacità e la conoscenza nel settore del turismo.
Infatti, se alla mancanza di conoscenza formativa si aggiunge la mancanza di conoscenza, difficilmente si instaureranno rapporti con gli ospiti. L’augurio è che con il presente lavoro, e l’energia delle nuove generazioni, si possano avviare ed istituire rapporti di tipo relazionale, aiutando lo sviluppo del territorio anche tramite iniziative di integrazione.