In Italia, le strutture turistiche complementari hanno sperimentato, dal 2009 al 2014, un aumento considerevole del numero di esercizi, pari al 12% (fonte dati: Istat). Per struttura turistica complementare s’intende una categoria molto ampia e variegata di strutture ricettive, che non rientrano nella categoria alberghiera, come ostelli, campeggi, country house, agriturismi, bed and breakfast e alloggi.
Nel territorio della Provincia di Mantova, che è stato scelto come luogo d’indagine di questo lavoro di tesi, il fenomeno sopra descritto risulta essere ancora più accentuato, con un aumento delle strutture complementari del 21% nel quinquennio 20092014 (si è passati da 202 a 244 strutture complementari). In particolare, nel territorio provinciale, la forma più diffusa di esercizio complementare è quella dell’agriturismo, che nel 2014 registra 219 strutture (Provincia di Mantova, 2014).
Uno degli aspetti interessanti da considerare quando si analizzano gli agriturismi è la capacità degli stessi di essere delle forme imprenditoriali “anfibie”, ovvero in grado di svolgere due categorie di attività all’apparenza fortemente differenti tra loro, come l’agricoltura e la fornitura di servizi ricreativi.
Da un punto di vista strettamente economico, la trasformazione delle aziende agricole tradizionali in agriturismi ha permesso di ampliare lo spettro delle attività esercitabili, e quindi di diversificare i rischi derivanti dalla sola attività agricola. Oltre all’analisi economica, è anche interessante analizzare l’agriturismo da un punto di vista più ampio, considerando tutti quei servizi offerti da queste strutture che non sempre vengono remunerati dal mercato, come la tutela dell’ambiente, del patrimonio architettonico rurale (e quindi la tutela di parte del paesaggio) e delle tradizioni locali.
Inoltre, bisogna anche tenere in considerazione il rapporto, spesso piuttosto stretto, tra gli agriturismi e il territorio circostante. Da un lato, essi possono trarre forza da questo fattore nel caso in cui vi sia una forte identità e questa sia riconosciuta anche fuori dal territorio stesso. Da un punto di vista speculare, la forte presenza di agriturismi può essere uno dei fattori che può accrescere l’identità territoriale, creando così un circolo virtuoso autorinforzante. Tuttavia, i territori, in particolare quelli rurali, devono anche essere in grado di affrontare le sfide (descritte da Van der Ploeg, 2003) di tipo economico, ambientale e sociale che si stanno palesando negli ultimi decenni, attraverso soluzioni che siano sostenibili, non solo economicamente.
Per quanto riguarda il territorio mantovano, esso è un’area perlopiù rurale. Secondo la Provincia di Mantova (2015), la superficie agricola utilizzata (SAU) è di 169.000 ettari (dati ISTAT 2010), che equivalgono a circa 1690km2, ovvero il 72% della superficie totale del territorio provinciale. Le difficoltà di tipo economico nel settore agricolo a livello europeo, descritte da Van der Ploeg (2003), sono dovute principalmente al raggiungimento di un limite nella modernizzazione dell’agricoltura, all’aumento dei prezzi dei terreni, alla caduta dei prezzi del frumento e, in alcune aree, all’impossibilità di ottenere ulteriore superficie coltivabile. Ciò ha portato ad una progressiva specializzazione produttiva e ad una concentrazione della superficie agricola utilizzata. Si pensi che, per esempio, nel territorio mantovano dal 2000 al 2010 il numero di aziende agricole è sceso del 23% (da 11402 a 8800 unità), con un conseguente aumento della SAU media aziendale da 14,67 ettari nel 2000, a 19,16 ettari nel 2010 (dati ISTAT, 2010). Questo fenomeno, peraltro, è in linea con la tendenza a livello nazionale (Greco, 2012). Il combinato disposto della concentrazione e della specializzazione produttiva sembra evidenziare che le aziende agricole stiano diventando sempre più monofunzionali, al fine di razionalizzare i costi, aumentando la scala operativa.
Tuttavia, a livello europeo, dalla fine degli Anni Ottanta, si sta sviluppando anche un’agricoltura di tipo multifunzionale, incentivata da normative europee, per rispondere non solo alle criticità economiche, ma anche alle sfide ambientali (come l’aumento dell’inquinamento) e sociali (tra cui lo spopolamento delle campagne e delle aree montane). Secondo Henke (2002), la multifunzionalità è la capacità del settore agricolo di produrre effetti benefici, spesso immateriali, congiuntamente all’attività tradizionale di produzione di beni materiali, ovvero i prodotti destinati alla alimentazione umana o animale. Secondo Andreopoulou (2012), attraverso un’agricoltura multifunzionale, è possibile bilanciare la sostenibilità economica dell’agricoltore e la gestione e valorizzazione delle risorse presenti a livello territoriale.
Uno dei contributi teorici più importanti in tema di multifunzionalità è stato quello di Van der Ploeg (2003). Nel suo studio, vengono proposte tre differenti strategie che le imprese agricole possono adottare, al fine di sfruttare la multifunzionalità dell’agricoltura. La prima prende il nome di deepening e prevede l’offerta di prodotti qualitativamente eccelsi, per rispondere adeguatamente alle sempre maggiori necessità della domanda. Un punto cruciale per questa strategia è la possibilità di commercializzare i propri prodotti attraverso la vendita diretta. Ciò permette all’azienda agricola da un lato di restare competitiva con i prodotti a basso costo e, dall’altro, di avere un rapporto privilegiato col consumatore finale, diminuendo così le asimmetrie informative tra la domanda e l’offerta. Peraltro, per gli agriturismi è anche possibile offrire i prodotti in maniera indiretta attraverso lo svolgimento di attività ricreative, per esempio la ristorazione e la degustazione. Un’altra possibile strategia è quella di broadening, la quale consiste nella possibilità per l’imprenditore agricolo di diversificare le proprie attività, offrendo ad esempio servizi ricreativi di vario tipo, o partecipando in prima persona alla gestione delle risorse naturali locali. Un’ulteriore strategia a disposizione degli agricoltori è quella di regrounding, attraverso la quale l’imprenditore agricolo può svolgere attività lavorative esterne all’azienda (pluriattività, da non confondere quindi con la diversificazione) oppure di adottare metodi di coltivazione meno impattanti, riducendo l’utilizzo di input esterni (come fertilizzanti o antiparassitari) e l’estensione dei terreni coltivati.
L’approccio di Van der Ploeg ha il merito di far comprendere come l’agriturismo possa diventare uno strumento fondamentale al fine di rendere l’agricoltura sempre più multifunzionale. Tuttavia, alcune di queste strategie, in particolare quella di broadening, possono essere implementate anche da imprese non agricole, afferenti al cosiddetto fenomeno del turismo rurale. L’agriturismo può essere considerato come una parte di questo fenomeno, anche se i due concetti vanno tenuti ben distinti. Infatti l’agriturismo prevede la presenza di un’impresa agricola funzionante, che non sia quindi una semplice appendice delle attività ricreative offerte.
Di conseguenza, l’obiettivo di questa tesi è quello di verificare il grado di sfruttamento della multifunzionalità da parte degli agriturismi nel territorio mantovano. La ragione sottostante la scelta di queste strutture è stata individuata nella descrizione dell’approccio di Van der Ploeg. Infatti, gli agriturismi, grazie alla loro capacità di produzione congiunta di materie prime alimentari e di offerta di servizi ricreativi, ben si adattano all’implementazione di un’agricoltura di tipo multifunzionale.
Un ulteriore obiettivo è quello di indagare se gli agriturismi multifunzionali siano una risposta “difensiva” al fenomeno, descritto precedentemente, della concentrazione produttiva delle imprese agricole, oppure se un livello di maggior sfruttamento della multifunzionalità sia coerente con la tendenza di aumento della SAU per singola impresa. In particolare, verranno analizzate le relazioni tra il grado di multifunzionalità degli agriturismi e variabili come la dimensione aziendale (in termini di ettari di SAU) e la redditività aziendale. In presenza di una relazione positiva tra multifunzionalità e la dimensione aziendale, si potrà ipotizzare che la concentrazione aziendale sia coerente non solo con l’incremento delle aziende agricole monofunzionali, ma anche con un aumento della multifunzionalità. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che il raggiungimento di un certo grado di multifunzionalità è favorito da una maggiore scala operativa dell’azienda agricola. Al contrario, in presenza di una relazione negativa tra queste variabili, si potrà concludere che la strategia multifunzionale degli agriturismi sia una risposta per sopravvivere alla continua specializzazione e concentrazione delle aziende agricole tradizionali.
Per quanto riguarda la relazione tra il grado di multifunzionalità ed il livello di reddito aziendale, in presenza di una proporzionalità tra queste due variabili, si potrà concludere che gli agriturismi del mantovano sottoposti all’indagine sono stati in grado di internalizzare gli effetti benefici prodotti dalla multifunzionalità. Al contrario, una relazione negativa tra reddito aziendale e multifunzionalità porterà alla conclusione che sono necessarie misure di sostegno al fine di remunerare adeguatamente gli effetti benefici apportati dalle attività svolte dagli agriturismi.
La maggior difficoltà di un’analisi come questa risiede nella quantificazione dei benefici apportati da tutte le funzioni dell’agricoltura, in particolare per quanto riguarda la produzione di risorse immateriali. Di conseguenza, uno degli obiettivi più importanti è stato anche quello di individuare uno strumento adeguato al fine di quantificare il contributo, da parte dei singoli agriturismi del territorio mantovano, alla multifunzionalità dell’agricoltura, dato che la quantificazione degli aspetti immateriali richiede metodologie multidisciplinari e, quindi, più complesse (Carmona-Torres et al., 2014).
Di seguito, viene presentata l’organizzazione di questo lavoro di tesi.
La prima parte della tesi ha la funzione di introdurre in maniera schematica i contenuti teorici sottostanti l’idea di multifunzionalità, affinche´ venga compreso appieno l’ambito in cui operano le singole imprese agricole, ed in particolare gli agriturismi. Il capitolo I descrive come è andato evolvendosi il rapporto tra agricoltura e ambiente nei territori rurali. In particolare, verranno trattate le teorie riguardanti la sostenibilità, approfondendo il concetto di sostenibilità a livello territoriale. Inoltre, verrà evidenziato come i territori rurali possano sfruttare le loro risorse al fine di accrescere lo sviluppo locale.
Nel capitolo II verrà descritto il concetto di multifunzionalità, intesa come strumento per raggiungere uno sviluppo territoriale sostenibile. Inoltre, verranno approfondite le funzioni che il settore agricolo è in grado di offrire e come queste possano essere sfruttate.
La seconda parte tratterà in maniera più specifica la realtà degli agriturismi. In particolare, il capitolo III descriverà sommariamente alcuni cenni storici, riguardanti anche il fenomeno turistico più in generale, la normativa a livello italiano e lombardo, alcuni dati statistici relativi all’andamento del numero di agriturismi e delle attività svolte ed, infine, alcune problematiche riguardanti la gestione dell’agriturismo e della promozione di essi attraverso le piattaforme online, come Booking.com e Tripadvisor.
Il quarto capitolo cercherà di rispondere agli obiettivi di ricerca presentati precedentemente, ovvero individuare una metodologia adeguata al fine di quantificare la multifunzionalità degli agriturismi nel territorio mantovano e confrontarla con alcune informazioni relative all’azienda agricola (come la dimensione e il reddito aziendale) e sociodemografiche dei conduttori degli agriturismi (come il titolo di studio, il tempo dedicato alle diverse attività aziendali e la presenza di lavoratori esterni al nucleo familiare). Nel paragrafo 4.1 verrà analizzata la letteratura più recente riguardante le metodologie di quantificazione della multifunzionalità, nel paragrafo 4.2 verrà descritto il metodo utilizzato in questa ricerca e i risultati relativi a questo studio. Infine verranno implementate due analisi di sensitività, al fine di comprendere se questo metodo di quantificazione della multifunzionalità sia soggetto o meno a variazioni del campione sottoposto alla ricerca.