La presenza nel territorio della regione di una vasta gamma di prodotti a denominazione d'origine costituisce un'importante risorsa per lo sviluppo del turismo enogastronomico che si afferma quindi come un'opportunità vincente per lo sviluppo in Sicilia di quelle forme di turismo definite alternative, che consentono la riscoperta del territorio sotto un profilo più autentico e culturale.
L' agriturismo in Sicilia consente di visitare luoghi ricchi di storia e di cultura, non trascurando alcune località della Sicilia interna, soprattutto montane, spesso di grande interesse anche naturalistico, ed altre tipicamente balneari sulla costa.
Il comparto agrituristico presenta un'evoluzione positiva con significativi incrementi di consistenza dell'offerta, più che raddoppiata tra il 2001 e il 2006.
Il comparto agrituristico in Sicilia, pur mantenendo un ruolo di nicchia nel panorama dell'offerta turistica siciliana (grafici 4, 5), denota un'evoluzione positiva con significativi incrementi di consistenza dell'offerta, più che raddoppiata tra il 2001 ed il 2006.
La ricettività media regionale (grafico 6) risulta in aumento, con un numero di posti letto per azienda passati dagli 11 del 2001 ai 13 del 2006. Su base territoriale, le strutture ricadenti nelle province di Palermo e Siracusa, nonostante il calo della ricettività media rispetto al 2001, mostrano, cosi come quelle dell'area di Siracusa e Trapani, valori medi di ricettività superiori a quelli regionali.
L'evoluzione del settore ha interessato in modo significativo anche l'offerta ristorativa degli agriturismi siciliani (Tab. 15) con un accrescimento di quasi 3 volte, rispetto al 2001, dei posti complessivamente autorizzati per la ristorazione, per lo più concentrati nelle aziende delle province di Palermo, Messina, Ragusa e Siracusa.
Per quanto concerne l'autorizzazione all'esercizio di “altre attività”, la carenza di informazioni a riguardo desumibili dai dati dell'Assessorato Regionale Agricoltura (voce non contemplata nel Mod. E trasmesso alla Regione Siciliana dagli Ispettorati Provinciali Agrari) ha reso necessario il ricorso a dati ISTAT. La loro analisi conferma (grafico 7 ) la tendenza delle strutture agrituristiche siciliane, in linea con il trend nazionale, ad offrire pacchetti sempre più completi di proposte, arricchendo l'offerta di alloggio con altre attività (equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, sport, corsi, ecc.), diretti a meglio qualificare e differenziare l'attività agrituristica, legandola al territorio in cui è ubicata l'azienda. Ciò al fine di fidelizzare i clienti e d'incrementare il numero degli ospiti.
Per quanto concerne la domanda agrituristica siciliana, l'analisi degli arrivi per aree di provenienza degli agro-turisti mostra (Tab. 16, che rispetto al 2000-2001, nonostante la domanda straniera sia cresciuta (+5 volte) più di quella italiana (+3,6 volte), quest'ultima continua a rappresentare la maggior quota degli arrivi sia nelle aziende agrituristiche che nel mercato turistico siciliano (Tab. 17, 18). Più in dettaglio, nell'ultimo biennio, gli arrivi si concentrano, in ordine decrescente di peso, negli agriturismi delle province di Palermo, Catania, Messina, Trapani e Siracusa che, in toto, assorbono l'82% degli afflussi complessivi di italiani ed il 79% di quelli stranieri.
I dati di permanenza media mostrano (Tab.18) una generale tendenza alla contrazione dei tempi di soggiorno, sia nell'intero settore turistico siciliano e sia nel comparto agrituristico, per il quale si rilevano pernottamenti medi (2,8 giorni nell'ultimo biennio) al di sotto di quelli osservati per l'intero mercato turistico regionale (3,2 giorni) imputabili, principalmente, agli agrituristi italiani. Su base provinciale, tempi di permanenza superiori alla media regionale si rilevano per gli agriturismi del siracusano (3,5 giorni), seguono quelli delle province di Agrigento, Messina e Trapani; al di sotto della media regionale quelli delle altre 5 province.
Sul piano normativo, un sostegno utile al consumatore per individuare la qualità delle strutture con le quali entra in contatto deriva dalla riclassificazione delle aziende agrituristiche “in spighe”, secondo i dettami più restrittivi del Decreto n. 175 del 28/02/2006 dell'Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, in luogo delle “stelle” precedentemente attribuite per norma dalle AAPIT. A tal proposito, va sottolineato come, nonostante i buoni propositi dell'Assessorato Regionale Agricoltura di far emergere, in questo modo, le vere strutture agrituristiche di qualità dalla miriade di realtà non autorizzate presenti sul territorio, a tutt'oggi, secondo quanto rilevato con l'indagine campionaria, in molte imprese il suddetto Decreto risulta del tutto sconosciuto e/o inapplicato. Ciò è anche dovuto al fatto che la riqualificazione non avviene automaticamente d'ufficio, bensì, secondo quanto indicato nell'art. 6 del relativo decreto, devono essere gli imprenditori a richiedere, con apposita domanda indirizzata agli Ispettorati Provinciali Agrari di competenza, entro 90 giorni dalla pubblicazione del Decreto, la riclassificazione “in spighe” della propria struttura agrituristica. L'elevata quota (60%) di aziende esaminate non riclassificate, come dimostrato nella tabella 5.8, è anche indice di una totale assenza di sostegno e d'informazione agli operatori da parte delle associazioni di categoria e degli enti pubblici periferici competenti. Per contro, va evidenziato come nella predetta quota rientrino gli imprenditori che, pur affermando di conoscere il Decreto lo ritengono incompleto e fuorviante per i consumatori e, quindi, preferiscono non procedere alla riclassificazione.
Di seguito viene riportata l'analisi S.W.O.T in cui si evidenziano i punti di forza, di debolezza e le opportunità e i limiti del comparto agrituristico siciliano, strumento utile per rilevare le priorità di intervento necessarie a sostenere l'accrescimento di competitività del comparto esaminato.
Dall' analisi appena effettuata si evince chiaramente che interessanti sono gli sviluppi del comparto legati ad una crescita della domanda, anche dai paesi emergenti sia europei che extraeuropei sempre più attratti dalle bellezze paesaggistiche che il territorio siculo è in grado di offrire, tuttavia si avverte l'esigenza di superare il diffuso spirito individualistico di gestione per facilitare eventuali sinergie con gli altri settori economici dell'isola, nell'ottica di un' offerta turistica integrata.