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Prodotti tipici e turismo enogastronomico per la valorizzazione del territorio

Prodotti tipici e turismo enogastronomico per la valorizzazione del territorio
di Dora Dimartino

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA
Facoltà di Economia
Corso di laurea in Economia e Gestione delle Imprese Turistiche

Prova finale di: Dora Dimartino
Docente di riferimento: Prof.ssa P. Parisi
Anno accademico 2008-2009

4.1 - Le risorse vocazionali per il turismo non convenzionale

La Sicilia è una regione autonoma dell'Italia insulare, al centro del bacino del Mediterraneo.

E' la Trinachia degli antichi, dalla caratteristica forma a triangolo, con i vertici nella punta del Faro o capo Peloro, a Messina; capo Boeo o Lilibeo a ovest; capo delle Correnti a sud.

La Sicilia per la sua posizione geografica favorevole e la presenza di un clima mediterraneo che presenta delle temperature miti anche nei periodi invernali si presta allo svolgimento di diverse attività legate al settore turistico, basti pensare che le zone costiere permettono lo svolgimento del classico turismo balneare che attira ogni anno un numero notevole di visitatori, senza trascurare il turismo culturale che trova nel territorio siculo, un terreno fertile consacrandolo come una delle mete più attrattive dell'Italia.

Le incomparabili bellezze paesaggistiche, L'Etna, le Madonie, Pantelleria, Taormina, Erice etc...; e i resti monumentali di antiche civiltà come Segesta, Selinunte, Agrigento, Siracusa, Piazza Armerina, Cefalù etc..; i festival, le rappresentazioni teatrali; nonche´ le grandi manifestazioni del folclore, tutti questi elementi costituiscono un eccezionale richiamo turistico che consente all'industria turistico-alberghiera di affermarsi sul territorio, come uno di quei settori portanti dell' economia regionale.
Così, come è accaduto a livello nazionale, anche la Sicilia stà conoscendo negli ultimi anni lo sviluppo di pratiche turistiche a basso impatto ambientale, che trovano nel patrimonio edilizio rurale diffuso nelle zone montane e in quelle più interne, le risorse per rispondere alle esigenze di quel turista che intende istaurare un rapporto autentico con il territorio; dove la cultura, le tradizioni e la storia si fondono per offrire un' immagine autentica di un popolo la cui virtù e calorosità sono noti anche al di fuori dei confini nazionali. Tutte queste risorse rese fruibili ai visitatori, diventano beni di consumo capaci di esercitare un influsso attrattivo ed un incremento della domanda turistica. La Sicilia è ricchissima di attrattori legati in qualche modo al territorio, al paesaggio e alla cultura, infatti gli attrattori sono il punto di partenza per la creazione di percorsi tematici (dell'arte, didattici, escursionistici) personalizzabili in funzione delle esigenze dei turisti e che, abbinati a soste in strutture rurali e collegati a manifestazioni tradizionali, possono offrire la possibilità di scoprire le tradizioni e la cultura del luogo. Il turismo rurale e l'agriturismo si affermano in Sicilia come forme di turismo culturale e trovano nei prodotti tipici uno degli elementi fondanti.

La Sicilia, offre numerose possibilità di scelta a chi ama viaggi all'insegna della natura. La presenza di un'area tutelata all'interno di una regione rappresenta una risorsa importante sia perche´ costituisce una valida meta per occupare il tempo libero e sia per la sua capacità di attirare visitatori che, motivati da un iniziale interesse per la natura,sono spinti ad una fruizione globale delle altre risorse turistiche del territorio.

La Sicilia è ricca di aree ad alto valore ambientale come:

  • Riserve naturali
  • Parchi regionali
  • Aree marine protette

Tra le riserve naturali è opportuno segnalare: in provincia di Palermo, la suggestiva Riserva Naturale della Grotta di Carburangeli, rifugio umano in tempi remotissimi, è aperta tutto l'anno e prevede visite guidate e itinerari che permettono di ammirare la affascinante atmosfera della grotta.

In provincia di Agrigento, invece non possono non essere segnalate le riserve naturali delle isole di Lampedusa, Linosa e Lampione. Queste aree sono la meta perfetta per chi ama immersioni subacquee. La provincia di Trapani, ancora, custodisce una delle più belle riserve naturali della regione: la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, uno spettacolo stupefacente di anfratti e caverne su un mare cristallino, sormontato da alti strapiombi rocciosi. Il Parco Fluviale dell'Alcantara sul territorio catanese, permette di ammirare paesaggi naturali unici. La presenza delle numerose “gole” create da catastrofi sismiche in epoche remotissime, i viaggi lungo il fiume Alcantara, che permettono di viaggiare attraverso secoli di storia, fanno di questo parco uno dei più visitati della Sicilia.. Tra i parchi regionali più noti segnaliamo: Il Parco dell'Etna, il primo ad essere istituito nella regione Sicilia (marzo1987). Si estende interamente nel territorio della provincia di Catania ed interessa 20 Comuni per una superficie complessiva pari a 59.000 ettari che risultano ripartiti in: zona "A", 19.000 ettari di riserva integrale (quasi tutti di proprietà pubblica); zona "B", 26.000 ettari, è caratterizzata dalla presenza di piccoli appezzamenti agricoli privati e da pregevoli esempi di antiche casolari contadini, ricoveri per animali, palmenti, case padronali, segno di una antica presenza umana ed un'area di pre-parco nelle zone "C" e "D": 14.000 ettari, per consentire anche eventuali insediamenti turistici. Alle pendici del vulcano trovano habitat ideale alcune coltivazioni le cui produzioni possono essere considerate di elevatissima qualità, fra tutte ricordiamo il pistacchio di Bronte, la fragola di Maletto, il ficodindia dell'etna, le ciliegie etnee, ecc. Il Parco dei Nebrodi (il più esteso dell'Isola) è una tra le più importanti aree protette d'Italia. Si estende per oltre 85.000 ettari (quasi il 40% del territorio dei Nebrodi) di cui 50 mila sono boschi di raro pregio, che rappresentano il 25% dell'intero patrimonio forestale della Sicilia. Esso include 21 comuni, di cui 17 appartenenti alla provincia di Messina, 3 a quella di Catania, 1 a quella di Enna. Le popolazioni nebrodensi si connotano per la millenaria civiltà contadina e pastorale. Il Parco delle Madonie istituito nel 1987. Il Parco delle Madonie interessa 15 comuni dell'areale centrorientale della sola provincia di Palermo. Occupa una superficie complessiva di 39.000 ettari suddivisa in 4 zone. Paesaggi di rara bellezza associati a fenomeni carsici (unici casi in Sicilia) fanno del parco una delle aree naturali più interessanti dell'isola. All'interno del parco è la flora la maggiore attrattiva poiche´ l'area protetta ospita oltre la metà delle 2.600 specie presenti in Sicilia e circa 150 dei 200 endemismi. Tra questi il più rappresentativo è l'"Abies Nebrodensis" con 29 esemplari. Ed infine il Parco fluviale dell'Alcantara il più giovane dei parchi siciliani (istituito nel 2001) occupa una superficie di 2000 ettari ed interessa 9 comuni ricadente nelle province di Messina e Catania. Nato per preservare il bacino idrografico del fiume (la cui superficie e pari a 573 Kmq), preserva un patrimonio naturale unico dal punto di vista sia geologico che archeologico. Le gole, create dall'interazione delle forze naturali acqua e vulcano, localizzate lungo il corso del fiume (52 Km) raggiungono la loro massima espressione nel territorio di Motta Camastra. La tutela del vastissimo patrimonio naturale della regione viene assicurata anche dalle riserve dislocate su tutto il territorio. Nella tabella 13 sono rappresentate le aree protette siciliane suddivise per provincie.

Le più famose aree marine protette sono certamente quelle dedicate alle Isole Pelagie,importanti centri in cui è possibile praticare diving e le Isole Egadi. Ma non si può non segnalare Plemmirio, in provincia di Siracusa, un'area marina che custodisce uno dei più belli ed interessanti fondali d'Italia, ricco di vita e di testimonianze storiche e reperti archeologici, circondato da un territorio, quello siracusano, che conserva secoli di storia. Per quanto concerne il turismo enogastronomico, la cucina siciliana è forse la più ricca del mondo, usando gli ingredienti caratteristici della cucina tipica regionale. Ciò è senza dubbio conseguenza dei vari popoli che passarono per la penisola italica attraverso i secoli, e vi lasciarono la loro impronta con l'apporto di nuovi elementi e alcuni piatti oggi apprezzati in tutto il mondo.

Uno dei popoli che maggiormente influenzò la formazione di questa cultura, fu quello arabo, che a partire dal secolo VIII, sopratutto in Sicilia, arricchirono la culinaria locale con lo zucchero, il riso, la cannella, lo zafferano, la melanzana e i dolci di marzapane. Dal XVI secolo, anche gli spagnoli lasciarono i loro segni, soprattutto con i nuovi prodotti provenienti dall'America, come il pomodoro, la patata, i fagioli, mais, cacao. Per tutti questi motivi vi è un forte incremento del turismo enogastronomico siciliano e a detta di molti potrebbe diventare un'ottima opportunità di business per gli addetti al settore. Nell' immensa realtà agroalimentare siciliana ci sono prodotti delle filiere corte, prodotti tradizionali, DOP e IGP. Come è noto i prodotti tutelati dall' Unione Europea nascono con una forte connotazione geografica. Con il termine di prodotti tradizionali si intendono: quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai 25 anni. La definizione fa riferimento al decreto Ministeriale del 18 luglio 2000 che ha promosso l ‘elaborazione di elenchi regionali di prodotti tipici non inseriti tra quelli a tutela europea. I prodotti tipici della Sicilia DOP e IGP, sono presenti in tutte le zone dell'isola, e disegnano un paesaggio agrario vario e suggestivo. In Sicilia sono presenti 11 prodotti DOP e 6 IGP per un totale di diciassette prodotti certificati.

Per quanto concerne i vini:

Fra le zone maggiormente coinvolte nel fenomeno del boom dei prodotti tipici abbiamo Catania, l'Etna, il vulcano più alto d'Europa con le sue ceneri è il segreto della fertilità prodigiosa della sua piana. E' questa la zona dove, come in altri limitrofi comuni della provincia di Siracusa ed Enna, si produce l'Arancia Rossa di Sicilia IGP. Si tratta di alcune varietà di arance (tarocco, sanguinello e moro) facilmente riconoscibili per l'intensa pigmentazione rossa della polpa. Tale caratteristica appare legata alla presenza di particolari sostanze (antociani) che influiscono anche sul gusto e il profumo del frutto maturo. L'altro frutto ad avere ottenuto l'Indicazione Geografica Protetta è l'Uva da tavola di Canicattì. In questo caso la varietà utilizzata è la tradizionale uva Italia che acquista, grazie alle peculiarità climatiche e di terreno dell'area di coltivazione, una sua evidente personalità., prodotta fra le provincie di Agrigento e Caltanissetta, è un'uva dall'acino particolarmente grosso. Sempre in territorio siciliano, ma in questo caso circoscritto ad un' isola minore, è poi il Cappero di Pantelleria: appena 83 chilometri quadrati di superficie, pochissima acqua, ma molto, moltissimo sole e un terreno noto dall'antichità per essere particolarmente fertile. E' questo l'ambiente ideale per la crescita di questo cespuglio i cui boccioli (i capperi) sono utilizzati da tempi antichissimi in cucina. Raccolti esclusivamente a mano, da inizio maggio sino a fine ottobre, sono lavorati sul posto mediante la tradizionale tecnica della salatura. Tipicamente mediterranee anche le altre produzioni ortofrutticole che hanno ottenuto il riconoscimento comunitario: il Fico d'India dell'Etna DOP, il Pomodoro di Pachino IGP, e l'Uva da tavola di Mazzarrone IGP. Chiude l'elenco degli ortofrutticoli che hanno ottenuto il riconoscimento europeo, un'oliva da tavola: la Nocellara del Belice DOP. Si tratta di una varietà locale caratterizzata dalla forma sferica e da una polpa molto consistente particolarmente adatta per la lavorazione in salamoia. Il territorio di coltivazione è, come per il cappero, molto limitato e riguarda tre soli comuni della Valle del Belice, in provincia di Trapani. Raccolte esclusivamente a mano al fine di limitare al massimo ogni possibile danno ai frutti, queste olive vengono lavorate e confezionate secondo le tecniche tradizionali, nei classici tipi 'verdi' e 'nere'. Ma la Nocellara del Belice, oltre che essere un'ottima oliva da mensa, dà anche dell'olio particolarmente pregiato. E' soprattutto da questa varietà, assieme alla cultivar Cerasuola, che in provincia di Trapani si ottiene l'extravergine Valli Trapanesi DOP. Conosciuto e apprezzato anche all'estero, è un tipico olio da tavola di colore tendente al verde, dal gusto intensamente fruttato e con un leggero sottofondo amaro piccante. L'altro olio siciliano a Denominazione di Origine Protetta ha un'area di produzione più vasta che comprende comuni delle provincie di Siracusa, Ragusa e Catania. Il suo nome Monti Iblei DOP fa riferimento alla omonima catena montuosa della Sicilia Sud-Orientale compresa tra il fiume di Caltagirone, il Dirillo, la piana di Catania e il mare. Questo territorio molto bello anche dal punto paesaggistico è particolarmente adatto alla coltivazione dell'olivo. La varietà più utilizzata è la 'Tonda Iblea' cui si aggiungono altre tipologie sempre di origine locale, come la Nocellara Etnea. L'olio che si ottiene , apprezzato sin dagli antichi romani per le sue peculiari caratteristiche organolettiche ha colore verde intenso e, per aroma e gusto, si differenzia nettamente dalle altre produzioni.

Ma la produzione di olio pregiato non si ferma a queste due denominazioni; in breve tempo se ne cono aggiunte altre quattro, facendo dell'Isola la regione italiana con il maggior numero di denominazioni dell'olio extravergine d'oliva: il Monte Etna DOP che si produce dagli oliveti alle falde del vulcano; il Valle del Belice DOP che si produce in provincia di Trapani, come anche il Val di Mazara DOP. Infine il Valdemone DOP che si produce in provincia di Messina. Chiudiamo questo itinerario attraverso i prodotti tipici siciliani ufficialmente riconosciuti, con due formaggi. Il primo, ottenuto esclusivamente da latte bovino, è il Ragusano DOP, proveniente da una quindicina di comuni nelle provincie di Ragusa e Siracusa. A renderlo particolarmente pregiato è il latte proveniente in gran parte da bovine modicane (una antica razza locale) tenute al pascolo sui Monti Iblei. E' infatti soprattutto alla particolare composizione floristica di questi prati ricchissimi di essenze aromatiche, che si deve il profumo particolare del Ragusano. Stagionato per circa 4 mesi, ha sapore dolce gradevole e delicato, appena piccante se la stagionatura supera i sei mesi. La forma è assolutamente inconfondibile: un parallelepipedo lungo una sessantina di centimetri, alto quindici e con un peso medio di 12-16 chilogrammi. E' invece di origine esclusivamente ovina il Pecorino Siciliano reperibile un pò ovunque in tutta la regione. Si tratta di un formaggio a pasta dura prodotto con latte intero di pecora e stagionato per almeno 4 mesi. La storia della sua lavorazione si perde nella notte dei tempi e la tecnica di lavorazione attuale non è sicuramente cambiata molto rispetto a quanto veniva fatto già duemila anni fa. Di forma cilindrica, con le due facce piane che recano l'impronta del canestro utilizzato nella fase di pressatura, ha un peso variabile tra i 4 e i 12 chilogrammi. Il suo sapore forte e piccante è molto caratteristico e lo fa apprezzare come formaggio sia da tavola sia da grattugia. Fra le manifestazioni folkloristiche più interessanti abbiamo: la Festa del Mandorlo in Fiore, ad Agrigento, la Sagra della Salsiccia a Chiaramonte Gulfi, la Sagra del Carciofo di Niscemi in provincia di Caltanisetta, la Sagra della Ricotta a Modica in provincia di Ragusa, la Sagra delle Nespole a Calatabiano in provincia di Catania, la Sagra della Mostarda e del Fico d'India a Militello a Catania.58Meritano inoltre di essere segnalati i prodotti tradizionali, 201 sono i prodotti riconosciuti come tradizionali di Sicilia ai sensi dell'art 8 decreto legislativo del 30 aprile 1998 n 173 (inerente la valorizzazione del patrimonio enogastronomico delle regioni italiane.)

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