Negli ultimi anni la domanda della società nei confronti dei beni e dei servizi prodotti dall’agricoltura ha subito una profonda evoluzione.
L’agricoltura svolge ormai da diversi anni un ruolo che non è più identificabile solo nella sua funzione di produzione di beni di prima necessità, ma che è legato allo svolgimento di altre funzioni (ambientali, paesaggistiche, ricreative, culturali...)
Queste varie funzioni vengono definite con il termine “multifunzionalità”, un concetto che indica che un’attività economica può dare luogo a più prodotti congiunti e, in virtù di questo, può contribuire a raggiungere contemporaneamente vari obiettivi sociali. Sicuramente la multifunzionalità non risulta essere una prerogativa del settore agricolo, e molti altri esempi si possono trovare in altre attività economiche, ma la rilevanza politica della multifunzionalità dell’agricoltura probabilmente va attribuita ai seguenti fattori:
Esistono diversi approcci alla tematica della multifunzionalità in agricoltura e quindi diverse definizioni di multifunzionalità. Una definizione convincente di multifunzionalità è quella che la fa coincidere con: “l’insieme di contributi che il settore agricolo può apportare al benessere sociale ed economico della collettività e che quest’ultima riconosce come propri dell’agricoltura” Secondo l’OCSE oltre alla produzione di alimenti e fibre (sani e di qualità) l’agricoltura può modificare il paesaggio, contribuire alla gestione sostenibile delle risorse, alla preservazione della biodiversità.
All’agricoltura vengono riconosciute molteplici funzioni:
Il riconoscimento della multifunzionalità agricola ha influito a livello comunitario sull’ impostazione della PAC che fissa nuovi obiettivi per lo sviluppo agricolo, connessi alle molteplici funzioni dell’agricoltura. Tra cui:
Il regolamento CE1257/1999 sullo sviluppo rurale individua gli interventi della nuova politica agricola a favore della multifunzionalità e dell’integrazione dell’agricoltura con altri settori (turismo, artigianato, ambiente...)
Questa nuova fase comprende vari obiettivi e l’avvio o il consolidamento di meccanismi che attivino processi di valorizzazione economica e garantiscano opportunità di lavoro e di impresa:
In questa nuova fase avviene il passaggio dal concetto di “agricoltura” a quello di “sviluppo rurale” che si riferisce alla sinergia dei temi ambientali, della salvaguardia delle identità locali, della produzione agricola, della promozione di attività che si integrano e si connettono con l’agricoltura stessa. Esso richiede la creazione di un "sistema" di opportunità agricole, ambientali, artigianali, culturali e storiche, che rendano attrattiva l'area - territorio presa a riferimento e mira a favorire ogni utile integrazione dell'agricoltura con il turismo, l'artigianato e la cultura del territorio; utilizzo del patrimonio locale, che comprende sia le valenze ambientali del territorio, sia le valenze architettoniche, storiche e culturali; superamento del concetto di intervenire nelle sole aree agricole marginali.