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L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura: una verifica empirica basata su un indice di multifunzionalità nella provincia di Mantova

L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura: una verifica empirica basata su un indice di multifunzionalità nella provincia di Mantova
di Fabrizio Cattani

Università degli Studi di Trento
Dipartimento di Economia e Management
Corso di Laurea magistrale in Management
Relatore: Prof.ssa Roberta Raffaelli
Anno accademico: 2014-2015

2.2 - L'evoluzione del concetto di multifunzionalità

Dagli anni Novanta vi è stata una forte attenzione verso la multifunzionalità. Ciò è dovuto al fatto che vi è un riconoscimento dell’importanza di tutte le funzioni svolte dall’ambiente, e non solo di quella produttiva come un tempo (Gios, Raffaelli, 2003). Tuttavia, non esiste una definizione di multifunzionalità valida a livello internazionale, in quanto ogni paese, specialmente durante i dibattiti riguardanti le politiche agricole, ha delineato differenti definizioni in base ai propri contesti locali e, talvolta, solo in base agli interessi degli operatori privati dei mercati nazionali (Cahill, 2001). Inoltre secondo Henke (2002), a differenti contesti geografici sono associati diversi prodotti secondari agricoli e quindi diverse funzioni svolte dalla multifunzionalità. Di conseguenza, la concezione di multifunzionalità è fortemente condizionata da alcune caratteristiche locali, come la composizione produttiva, le strutture presenti, il clima e i fattori ambientali in generale. Una definizione di multifunzionalità scevra da condizionamenti politici è quella di Idda (2002), secondo cui la multifunzionalità è

“l'insieme di contributi che il settore agricolo può apportare al benessere sociale ed economico della collettività e che quest'ultima riconosce come propri dell’agricoltura.”

Questa definizione può essere utile ai fini di questo lavoro di tesi in quanto comprende quelle funzioni che possono essere svolte solo dall’agricoltura. Inoltre questa definizione tiene conto della dimensione territoriale della multifunzionalità, sostenendo che è la popolazione di un dato territorio a definire l’importanza delle funzioni dell’agricoltura, tenendo conto dello sviluppo rurale e delle condizioni socio-economiche generali. Infine, questa definizione prevede la centralità delle attività esercitate dagli agricoltori nello sviluppare la multifunzionalità, stabilendo la forte relazione ed interdipendenza tra attività entropiche e sviluppo rurale. Da ciò discende che la collettività deve essere in grado di implementare tutti quei provvedimenti al fine di sviluppare quelle funzioni ritenute importanti, le quali sono ascrivibili al settore primario (Idda, 2002).

Uno dei contributi più importanti in tema di multifunzionalità è stato quello di Van der Ploeg (2003). Egli considera tre aspetti principali riguardanti la singola impresa agricola ed il suo rapporto con l’ambiente esterno: (1) la produzione di materie prime (grano, latte, verdura, ecc.); (2) il contributo che l’impresa fornisce all’area rurale in termini di impatto sul paesaggio e sulle attività economiche locali; (3) l’utilizzo delle risorse locali (conoscenza, flora e fauna, terreno, acqua, ecc.). Nell’agricoltura tradizionale questi tre fattori convergono nella produzione di beni al minor costo possibile. Come ricordato nel paragrafo 2.1, negli ultimi anni la differenza tra ricavi e costi in agricoltura è andata sempre più assottigliandosi, di conseguenza, in un’ottica di agricoltura tradizionale, le imprese agricole per sopravvivere devono puntare sulla specializzazione, sull’ampliamento della scala operativa e, più in generale, sull’industrializzazione dei processi produttivi. Questo fenomeno ha portato inevitabilmente ad una riduzione del numero di agricoltori e ad un conseguente aumento della superficie agricola utilizzata (SAU) per impresa maggiore a livello europeo. Questo fenomeno è peraltro confermato anche nel territorio mantovano (Provincia di Mantova, 2015), area oggetto di studio di questa tesi. Di conseguenza, secondo Van der Ploeg (2003), molte imprese agricole di piccole dimensioni, particolarmente quelle a livello familiare, si sono trovate obbligate a spostare il loro modello di sviluppo verso un utilizzo differente dei tre fattori menzionati precedentemente. Questa dinamica può essere riassunta dalla figura 2.2.

Figura 2.2: Le strategie a disposizione di un’impresa agricola multifunzionale.

L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura - Immagine 3

Fonte: Van der Ploeg (2003)

Questo modello di sviluppo multifunzionale prevede che le imprese agricole rispondano alle nuove esigenze della domanda attraverso la produzione di cibi biologici o altamente qualitativi, la promozione di prodotti locali e l’accorciamento della catena distributiva (deepening). Inoltre, la multifunzionalità permette agli agricoltori un ampliamento (broadening) delle attività da offrire, ad esempio diversificando la produzione, offrendo nuove attività ricreative (ristorazione, alloggio, attività didattiche) attraverso l’agriturismo e partecipando alla gestione delle risorse naturali locali. Un’altra possibilità a disposizione degli agricoltori è quella di rifondare (regrounding) l’impresa agricola, ad esempio attraverso lo svolgimento di attività lavorative esterne all’azienda agricola (pluriattività) e la diminuzione nell’utilizzo di input esterni di sintesi (concimi, antiparassitari), ed il conseguente aumento nell’utilizzo di input interni (fieno, letame) attraverso una produzione agricola più sostenibile.

Nel paragrafo seguente verranno descritti gli interventi in tema di multifunzionalità ad opera di alcune istituzioni sovrannazionali, quali l’ONU, l’UE e l’OCSE.

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