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L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura: una verifica empirica basata su un indice di multifunzionalità nella provincia di Mantova

L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura: una verifica empirica basata su un indice di multifunzionalità nella provincia di Mantova
di Fabrizio Cattani

Università degli Studi di Trento
Dipartimento di Economia e Management
Corso di Laurea magistrale in Management
Relatore: Prof.ssa Roberta Raffaelli
Anno accademico: 2014-2015

4.2.4 - La somministrazione del questionario e la raccolta dei dati

I titolari degli agriturismi individuati sono stati contattati telefonicamente per fissare un appuntamento per l'intervista. I dati sono raccolti con interviste face-to-face, effettuate nelle pertinenze dell'impresa agricola, svolte attraverso la somministrazione di un questionario. La somministrazione del questionario ha avuto una durata media di circa trenta minuti. Non sono stati ottenuti questionari incompleti. La tabella 4.3 mostra il numero dei titolari degli agriturismi che hanno risposto al questionario suddivisi per area di appartenenza, il tasso di risposta (ovvero il rapporto percentuale tra il numero di titolari degli agriturismi che hanno accettato di rispondere ed il totale di quelli interpellati), e la percentuale dei titolari degli agriturismi intervistati rispetto al totale della stessa area di riferimento.

Tabella 4.3: Tasso di risposta e percentuale dei rispondenti rispetto al totale dell'area di studio.

L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura - Immagine 13

Fonte: elaborazione personale

Il tasso di risposta in media per le quattro aree è stato dell'81%, in particolare i titolari di agriturismo che si sono rifiutati di rispondere al questionario sono stati 11 su un totale di 57 interpellati. Il campione intervistato rappresenta il 21% della popolazione di agriturismi presenti nel territorio mantovano.

Le statistiche descrittive del campione
In questo paragrafo esamineremo in dettaglio le caratteristiche degli agriturismi verificando se esistano differenze statisticamente significative nei valori medi riferiti ad ogni singola area. Data la ridotta numerosità campionaria, sono stati utilizzati test non parametrici di confronto fra due campioni (Mann-Whitney) e di confronto tra le due distribuzioni (Kolmogorov-Smirnov. La quasi totalità delle differenze tra i valori medi non appare statisticamente significativa.
La forma giuridica prevalente del campione è la ditta individuale (30 agriturismi), seguita dalla società semplice (15) ed infine troviamo una cooperativa. Le aziende agrituristiche intervistate sono quindi tutte a conduzione familiare, eccetto l'unica cooperativa intervistata.
Nella tabella 4.4 vengono presentate altre statistiche descrittive relative all'anno di inizio dell'attività agrituristica, all'altitudine ed alla superficie agricola utilizzata (SAU).

Tabella 4.4: Statistiche descrittive per le quattro aree di studio.

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Fonte: elaborazione personale

Per quanto riguarda l'anno di apertura dell'agriturismo, nel Medio Mantovano le strutture intervistate appaiono in media leggermente più “giovani” rispetto alla media del campione. Come ricordato nel paragrafo 4.2.1 descrivendo le diverse aree di studio, all'interno dell'Alto Mantovano abbiamo la zona delle Colline Moreniche. Infatti, l'altitudine media degli agriturismi di quest'area di studio è maggiore rispetto a quella delle altre zone. Le uniche statistiche descrittive risultate significative rispetto ai test non parametrici riguardano le differenze tra l'altitudine media degli agriturismi dell'Alto Mantovano e dell'Oltre Po rispetto alle altre zone.
Un altro aspetto coerente con la caratteristica collinare dell'Alto Mantovano è dato dalla dimensione media aziendale (descritta in termini di superficie agricola utilizzata, SAU), che è parecchio inferiore rispetto alle altre aree di studio (13 ettari contro almeno 20 ettari delle altre aree). Per quanto riguarda le tre restanti aree di studio totalmente pianeggianti, è possibile notare una certa omogeneità nell'altitudine e nella SAU media (anche se gli agriturismi del Medio Mantovano hanno sia altitudine che SAU media maggiore rispetto all'Oglio Po e all'Oltre Po). La SAU media degli agriturismi intervistati (21 ettari) è superiore alla SAU media di tutte le imprese agricole del territorio mantovano (19,16 ettari, dati 2010 Istat), evidenziando come l'attività agricola resti comunque una parte importante delle attività aziendali degli agriturismi.
La tabella 4.5 descrive le informazioni economiche relative agli agriturismi, in particolare il fatturato globale medio per area di studio, l'attività agrituristica principale, l'incidenza di essa sul fatturato e il reddito aziendale medio per zona.

Tabella 4.5: Informazioni economiche relative agli agriturismi, classificate per area di studio.

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Fonte: elaborazione personale

Dalla tabella 4.5 è possibile ottenere alcune informazioni interessanti riguardanti la situazione economica degli agriturismi facenti parte del campione. Un dato che emerge è la forte differenziazione tra Alto Mantovano e le altre aree per quanto riguarda l'attività principale degli agriturismi, in termini di contribuzione al fatturato globale dell'azienda agricola. Infatti, nella prima zona l'alloggio è l'attività primaria per il 69% degli agriturismi, mentre nelle altre aree la ristorazione è quella che contribuisce maggiormente al fatturato dell'intera azienda. Di conseguenza, se si considera l'intero campione, l'attività principale è proprio la ristorazione per il 42% (20 su 47) degli agriturismi. La seconda attività che contribuisce maggiormente al fatturato è l'alloggio per il 34% degli agriturismi. La fattoria didattica è l'attività principale per 3 agriturismi, così come l'attività di Centro Ricreativo Estivo Diurno (CRED), mentre il maneggio per 2 aziende agrituristiche.
L'incidenza percentuale dell'attività agrituristica principale sul fatturato complessivo dell'azienda agricola evidenzia che, in media, per l'intero campione, il contributo dell'agriturismo è determinante (48% del fatturato, con punte del 54% nell'Alto Mantovano), considerando anche che quasi tutti gli agriturismi svolgono più di una attività ricreativa. Si può ipotizzare che la strategia di diversificazione attraverso l'attività agrituristica, che Van der Ploeg (2003) fa comprendere nella più ampia strategia di broadening, ha consentito a molte di queste imprese agricole di non essere tra le 2602 (dati Istat, 2010) che hanno cessato l'attività nel periodo dal 2000 al 2010.
Il reddito aziendale medio presenta forti differenze tra le varie aree di studio. Si va da un reddito medio di € 15.000 nella zona dell'Oglio Po, a € 37.038 dell'area del Medio Mantovano. Le aree dell'Alto Mantovano e dell'Oglio Po sono pressoche´ equivalenti (€ 23.676 e € 23.636). Come prevedibile, dal punto di vista dei valori assoluti, la relazione statistica tra fatturato e reddito è positiva per tutte le aree (tasso di correlazione di 83%). Anche se, come descritto nella tabella 4.6, se si analizzano i margini operativi (intesi come rapporto tra reddito e fatturato), i risultati sono piuttosto diversi.

Tabella 4.6: Margini operativi degli agriturismi, classificati in base all'area di studio.

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Fonte: elaborazione personale

Come evidenziato dalla tabella 4.6, se si analizzano i margini operativi percentuali, l'ipotesi dell'esistenza di una relazione positiva tra fatturato e reddito scompare. Emerge invece che, superata la soglia di € 100.000 di fatturato, i margini operativi medi del campione decrescano.
La tabella 4.7 mostra alcune statistiche descrittive riferite al capitale umano impiegato negli agriturismi.

Tabella 4.7: Statistiche descrittive relative al capitale umano impiegato negli agriturismi, classificati per area di studio.

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Fonte: elaborazione personale

Per quanto riguarda il sesso, in media i conduttori maschi sono la maggioranza, a parte nel Medio Mantovano. L'età media dei conduttori degli agriturismi facenti parte del campione spazia dall'anno di nascita 1961 nell'Oltre Po, all'anno 1971 nell'Oglio Po. Quest'ultimo dato potrebbe essere causato dal fatto che, in quest'area, il fenomeno della nascita degli agriturismi è piuttosto recente, visto il numero totale di strutture di gran lunga inferiore rispetto alle altre zone. Il numero medio di componenti del nucleo familiare che lavorano in agriturismo potrebbe essere collegato all'età media dei conduttori, infatti aumentando l'età media aumenta anche la numerosità media della famiglia del conduttore. In particolare, più è giovane il conduttore, più difficilmente egli avrà figli in età lavorativa che possono aiutarlo nelle attività dell'azienda agricola.
Per quanto riguarda la pluriattività, descritta in questo caso dalla presenza di almeno un componente della famiglia del conduttore (di seguito abbreviato con il termine “componente/lavoratore”) che svolge parte delle attività lavorative esterne all'agriturismo, si nota dalla tabella 4.10 una certa omogeneità tra le diverse aree.
Se si esclude l'area dell'Oglio Po, lo stesso discorso può essere esteso alla presenza di lavoratori esterni al nucleo familiare. Infatti, circa il 30% degli agriturismi in media fa ricorso a questo tipo di lavoratori, mentre nell'area dell'Oglio Po la situazione è diversa. In questa zona ben il 60% degli agriturismi fa ricorso a lavoratori esterni. Sarebbe utile ampliare l'analisi ad un numero maggiore di agriturismi di questa zona e verificare se la ragione di questo fenomeno sia per sopperire all'esigua numerosità del nucleo familiare, oppure se sia dovuto solamente al campione poco esteso (solo 5 agriturismi per l'area dell'Oglio Po).
Per quanto riguarda il reddito medio per componente del nucleo familiare che lavora in azienda, non sembra esistano relazioni forti con le altre variabili in tabella 4.7, anche se andrebbe approfondita la relazione col sesso del conduttore, in quanto nell'unica area in cui le conduttrici sono più numerose (il Medio Mantovano), il reddito medio è maggiore della media per le quattro zone.
Grazie al reddito aziendale medio, abbiamo una possibile motivazione riguardo il basso numero medio dei componenti del nucleo familiare che partecipano alle attività dell'agriturismo nell'area dell'Oglio Po. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che in questa zona l'attività agrituristica non abbia un giro d'affari tale da garantire la sostenibilità economica per un numero maggiore di componenti della famiglia. Questa tesi è rafforzata dalla possibile relazione esistente tra reddito aziendale medio per ogni componente/lavoratore e numero medio degli stessi componenti/lavoratori. In particolare, analizzando il reddito medio per componente del nucleo familiare, si può notare come questa grandezza sia quasi equivalente per le aree dell'Oglio Po (€ 4.167) e dell'Oltre Po (€ 4.833), ma in quest'ultima il numero medio di componenti della famiglia che lavorano in azienda è ben più alto (4,3 contro 3 nell'Oglio Po). Di conseguenza, in quest'ultima area, l'agriturismo è in grado di garantire lo stesso livello di reddito ad un numero maggiore di persone.
La tabella 4.8 mette in relazione le informazioni sul capitale umano riguardante i conduttori degli agriturismi del campione in termini di titolo di studio con le informazioni relative al reddito aziendale e al reddito medio per componente/lavoratore.

Tabella 4.8: Informazioni relative al titolo di studio dei conduttori degli agriturismi e al reddito aziendale, classificate per area di studio.

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Fonte: elaborazione personale

La tabella 4.8 evidenzia che, per il campione intervistato, l'Alto Mantovano è la zona con la più alta concentrazione di conduttori diplomati (76%), seguito dall'Oltre Po (72%); il Medio Mantovano presenta una situazione sbilanciata verso gli estremi (43% con licenza elementare o media e 36% con laurea), mentre l'Oglio Po ha la maggioranza di conduttori con un titolo di studio elementare o della scuola secondaria di primo grado (60%). Nel Medio Mantovano il reddito medio maggiore si affianca alla presenza più numerosa di laureati, sia in valori assoluti (5) che relativi (36%) rispetto alla stessa zona. Questa ipotesi di relazione è confermata per la zona dell'Oglio Po che, come appena ricordato, presenta un forte sbilanciamento verso l'istruzione primaria e secondaria di primo grado, ed un reddito inferiore. Stesso discorso per quanto riguarda l'Alto Mantovano e l'Oltre Po: la prima area di studio presenta una somma tra le percentuali di diplomati e laureati dell'88% (rispettivamente 76% e 12%), mentre la seconda una somma percentuale di 72% (tra cui nessun laureato) con un reddito globale e per lavoratore del nucleo familiare inferiori rispetto all'Alto Mantovano.
La tabella 4.9 indica più specificatamente i titoli di studio dei conduttori coerenti con l'attività agricola e l'attività di agriturismo, classificati in base alle diverse aree di studio.

Tabella 4.9: Titoli di studio dei conduttori classificati in base alla coerenza con l'attività agricola e con l'attività agrituristica.

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Nota: i titoli considerati coerenti con l'attività agricola sono: diploma di perito agrario; laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche, farmacia, agraria e scienze naturali. I titoli considerati coerenti con l'attività commerciale ricreativa sono: diploma di perito aziendale corrispondente in lingue estere, ragioneria; laurea in economia.

Fonte: elaborazione personale

Dalla tabella 4.9 si evince che nel Medio Mantovano i conduttori del campione, in media, hanno ricevuto perlopiù una formazione di tipo economico-aziendale. Nelle altre aree di studio, invece, è prevalente una formazione coerente con l'attività agricola. Il reddito sembra quindi premiare il primo di tipo di formazione, in quanto, il Medio Mantovano è l'area in cui questo indicatore economico è maggiore. Sono state implementate due analisi della varianza ad un fattore (ANOVA) per testare se vi fosse una relazione statistica tra il reddito aziendale ed il livello del titolo di studio (tabella 4.8) e la tipologia del titolo (tabella 4.9). Entrambe le ANOVA non confermano l'esistenza di una relazione.
La tabella 4.10 mette in evidenza il tempo lavorativo (espresso in percentuale sul tempo di lavoro totale) che in media i lavoratori facenti parte del nucleo familiare (componenti/lavoratori) dedicano alle attività lavorative aziendali ed extra aziendali. In particolare, le attività vengono così classificate: (1) agricoltura e/o allevamento, (2) agriturismo (per esempio ricettività, ristorazione, maneggio, ecc.), (3) altre attività all'interno dell'azienda agrituristica (per esempio giardinaggio), (4) attività lavorative extra aziendali. Anche in questo caso, i dati medi vengono classificati per area di studio.

Tabella 4.10: Quantità di tempo/lavoro medio dedicato alle attività aziendali ed extra aziendali, espressi in percentuale del tempo di lavoro totale.

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Fonte: elaborazione personale

E' necessario premettere che questo tipo di analisi è soggetta a qualche approssimazione. Innanzitutto, sono esclusi quei lavoratori che non fanno parte del nucleo familiare del conduttore. Inoltre, il tempo/lavoro totale può variare da individuo ad individuo. Per esempio, una persona anziana solitamente totalizza un quantitativo minore di tempo lavorativo rispetto ad una persona più giovane. Premesso ciò, questo tipo di informazioni risulteranno molto importanti ai fini anche di analisi successive. Inoltre, tutti gli agriturismi, eccetto l'unico con la forma giuridica di cooperativa (peraltro escluso dalla tabella 4.10), sono a conduzione familiare. Infatti, non sempre sono presenti lavoratori esterni al nucleo familiare del conduttore, come è stato mostrato attraverso la tabella 4.10 (il 41% degli agriturismi intervistati non fa uso di lavoro esterno alla famiglia del conduttore). Peraltro, quando si è in presenza di lavoratori non facenti parte del nucleo familiare, nella maggioranza dei casi non si superano le due unità.
Analizzando, quindi, la tabella 4.10 è possibile notare che l'unica area di studio che si discosta in maniera importante dalla media del campione è quella dell'Oglio Po. Infatti, in questa zona, il tempo dedicato ad attività lavorative esterne all'azienda agricola è in media del 39%, contro una media del 21% per tutti gli agriturismi della provincia. La tabella 4.7 mostrava che nell'area dell'Oglio Po il reddito aziendale medio per componente/lavoratore era il più basso rispetto alle altre aree di studio. Questo dato è rafforzato dalla tabella 4.10, in quanto i conduttori e gli altri componenti familiari che lavorano in questi agriturismi hanno bisogno di svolgere attività lavorative extra aziendali, data la bassa redditività dell'agriturismo.
Un'altra caratteristica interessante degli agriturismi analizzati è l'appartenenza ad associazioni di categoria. La tabella 4.11 evidenzia il numero di agriturismi per associazione ed il grado di coinvolgimento nelle attività dell'associazione stessa. Il totale degli agriturismi nella tabella seguente (54) non corrisponde al totale degli agriturismi intervistati (46) perche´ alcune strutture fanno parte di più di un'associazione.

Tabella 4.11: Numero di agriturismi suddivisi per associazione di appartenenza e grado di coinvolgimento nelle attività della stessa.

L'agriturismo come mezzo per la valorizzazione della multifunzionalità dell'agricoltura - Immagine 21

Fonte: elaborazione personale

Le tre associazioni principali sono Agriturist (facente capo a Confagricoltura), Coldiretti (al cui interno sono presenti due associazioni di agriturismi: Terranostra e Campagna Amica) ed il Consorzio Agrituristico Mantovano. Quest'ultima è l'associazione a cui fanno capo il maggior numero di agriturismi del campione (30). Per quanto riguarda Coldiretti ed il Consorzio Agrituristico Mantovano, il grado di coinvolgimento sembra piuttosto omogeneo (circa il 30% poco coinvolto, la metà abbastanza e la restante quota molto coinvolta).

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