La situazione a livello nazionale
Secondo il “Report annuale sulle aziende agrituristiche in Italia” riferito all’anno 2013 (Istat, 2014), il numero degli agriturismi rispetto al 2003 è aumentato del 2,1% passando da 20.474 a 20.897 strutture. A livello di macroregioni però l’andamento non è omogeneo: mentre vi è un aumento annuale sia al Nord (6,1%) che al Centro (1,1%), al Sud si registra una diminuzione (-2,1%). In particolare, la Lombardia è stata la Regione che ha visto l’aumento più marcato rispetto al 2012 in termini assoluti (106 strutture in più) e percentuali (7,5% in più). In dieci anni invece gli agriturismi in attività sono aumentati del 60,5% (da 13.019 a 20.897).
Inoltre, a livello nazionale si registra l’84,6% degli agriturismi in zone montane e collinari, arrivando così apparentemente a raggiungere uno degli obiettivi principali della normativa nazionale, ossia quello di valorizzare maggiormente le aree più svantaggiate, come quelle di montagna in termini di emigrazione. Questo trend è meno marcato in Lombardia in quanto gli agriturismi sono distribuiti in maniera pressoche´ omogenea nell’area montana (29,7%), collinare (31,4%) e pianeggiante (38,9%).
Come è possibile notare dai grafici e dalla tabella seguenti, i proprietari di agriturismo cercano di aumentare continuamente la diversificazione dei prodotti e servizi offerti al turista.
Grafico 3.1: Andamento del numero delle attività effettuate dagli agriturismi (periodo 20032013).
Fonte: Istat (2014)
Dal grafico 3.1 è possibile notare come vi sia un aumento generale del numero di attività svolte dagli agriturismi. Con la tabella 3.1 si normalizza il dato di aumento delle attività svolte, tenendo conto dell’aumento nel numero degli agriturismi. Attraverso questa tabella, si vuole verificare se l’aumento delle attività svolte sia dovuto semplicemente all’aumento del numero di agriturismi, oppure se sia spiegato dall’aumento del numero di attività medie per ogni singolo agriturismo.
Tabella 3.1: Normalizzazione dell’aumento delle attività effettuate dagli agriturismi tenendo conto dell’aumento del numero di agriturismi
Fonte: Istat (2014)
La prima parte della tabella 3.1 mostra le variazioni percentuali annuali del numero degli agriturismi e del numero delle singole attività svolte dagli agriturismi. La seconda parte evidenzia la differenza tra la variazione percentuale del numero delle singole attività e la variazione del numero degli agriturismi. Le sommatorie finali mostrano che, per la voce “Ristorazione” e “Altre attività”, le variazioni percentuali sono maggiori rispetto alla variazione del numero degli agriturismi, di conseguenza l’ipotesi di maggior diversificazione viene verificata, mentre per l’alloggio e la degustazione questa tesi non è dimostrata.
In conclusione, è possibile affermare che l’offerta in media è leggermente più diversificata rispetto a al 2004. I grafici 3.2 e 3.3 cercano di mettere in evidenza questa affermazione.
Grafico 3.2: Aumenti/diminuzioni percentuali del numero di agriturismi e del numero di attività.
Fonte: Istat (2014)
Grafico 3.3: Scostamenti percentuali tra la variazione del numero di agriturismi e del numero di attività.
Fonte: Istat (2014)
Il grafico 3.2 mette in evidenza la prima parte della tabella 3.1, ovvero le variazioni percentuali del numero di agriturismi e delle attività svolte. Mentre il grafico 3.3 mostra le differenze tra le variazioni percentuali riferite alle singole attività e la variazione del numero degli agriturismi. Di conseguenza, le variazioni percentuali delle singole attività sono più marcate in positivo (negativo) quando le linee del grafico sono sopra (sotto) il livello di 0%. Come si può notare dal grafico 3.3, l’attività di degustazione è quella con la maggior variabilità, mentre le altre attività si muovono secondo un trend simile a quello del numero degli agriturismi.
Analizzando le singole attività, quella più praticata è l’alloggio (17.102), la seconda è la ristorazione (10.514), la terza è lo sport (5.088) e la quarta è la degustazione (3.588). Da notare che la Lombardia spicca per agriturismi con solo ristorazione con 520 strutture.
E’ necessario ricordare che non necessariamente diversificazione va di pari passo con multifunzionalità. Infatti, secondo Raffaelli (2005), per diversificazione in agricoltura si intende lo svolgimento da parte della stessa azienda agricola di attività aggiuntive rispetto alla sola produzione. Intendendo per multifunzionalità l’insieme delle esternalità positive apportate dall’agricoltura, un agriturismo che offre la ristorazione non necessariamente sarà più multifunzionale rispetto ad una semplice impresa agricola. Lo sfruttamento delle multifunzionalità viene attivato una volta che vengono sfruttate, oltre alla funzione produttiva, anche le altre funzioni ascrivibili all’agricoltura. Di conseguenza, l’azienda agricola che diversifica aprendo un agriturismo al fine di offrire l’attività di ristorazione diverrà multifunzionale, per esempio, se coltiva i cibi offerti attraverso metodi biodinamici o con la certificazione del biologico. In questo modo, oltre a sfruttare la funzione produttiva, viene anche attivata la funzione di tutela dell’ambiente, coltivando i prodotti attraverso metodi più sostenibili.
Le Regioni che hanno il numero più alto di agriturismi sono la Toscana (4.108) e il Trentino Alto Adige (3.098), mentre in Lombardia ne sono presenti molti meno sia in assoluto (1.415) che relativamente alla popolazione della Regione stessa, essendo la Lombardia più popolosa sia della Toscana che del Trentino Alto Adige.
Sempre in Toscana è presenta la maggior quota di agriturismi gestiti da donne, ossia 1.675 (40% sul totale regionale e 22% sul totale nazionale degli agriturismi gestiti da donne).
La situazione nel mantovano
Secondo l’Osservatorio Provinciale sul Turismo (2014) della Provincia di Mantova, il turismo nel mantovano registra luci ed ombre: gli arrivi aumentano del 7,1% e le presenze del 3,6%. Le presenze medie per singolo arrivo diminuiscono, quindi, del 3,3% rispetto all’anno precedente attestandosi a 2,24 giorni. Questo aspetto può essere di importanza fondamentale per gli agriturismi e per le altre strutture ricettive: infatti la normativa prevede che una volta conclusa la permanenza dell’ospite, le strutture debbano provvedere al cambio delle lenzuola e di altro materiale simile. Di conseguenza, per un agriturismo è di fondamentale importanza cercare di aumentare la permanenza media dei propri ospiti, al fine di diminuire questo tipo di costi variabili. Sia gli arrivi che le presenze dei turisti italiani e di quelli stranieri sono aumentati, ma l’aumento relativo più incisivo è stato quello degli stranieri (+12,4% gli arrivi e +9,1% le presenze).
Per quanto riguarda i turisti italiani in base alla provenienza regionale, nel 2013 gli arrivi e le presenze maggiori si registrano comprensibilmente da cittadini residenti in Lombardia (48.730); un fatto apparentemente strano è invece che le altre due Regioni confinanti con la provincia di Mantova, Emilia Romagna e Veneto, si piazzino rispettivamente al terzo (15.969) e al quarto posto (14.860) superati dal ben più lontano Piemonte (18.308). Nonostante questo aspetto, è possibile affermare, come si può notare guardando i grafici 3.4 e 3.5, che nel mantovano il turismo è perlopiù di prossimità, in quanto il 49% degli arrivi e il 47% delle presenze riguardano la stessa Lombardia e le altre due Regioni confinanti.
Grafico 3.4: Gli arrivi nel 2013 nel mantovano
Fonte: Elaborazione persona su dati dell’Osservatorio Provinciale sul Turismo (2014)
Grafico 3.5: Le presenze nel 2013 nel mantovano
Fonte: Elaborazione persona su dati dell’Osservatorio Provinciale sul Turismo (2014)