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Turismo rurale e Agriturismo - Per un'analisi dell'area Alpago-Cansiglio

Turismo rurale e Agriturismo - Per un'analisi dell'area Alpago-Cansiglio
di Sommacal Veronica

UNIVERSITÀ CA' FOSCAR DI VENEZIA
Facoltà di Economia
Corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi turistici

Tesi di: Sommacal Veronica
Relatore: Prof. Bernardi Ulderico
Anno accademico 2000-2001

1.2.1 - Individuazione dello spazio rurale

Il turismo rurale si sviluppa nel territorio rurale, inteso sia come spazio fisico che come insieme interrelato di risorse, attrattive, strutture.

In questo paragrafo se ne metterà in evidenza la dimensione fisica: lo spazio rurale.

Esso viene identificato in modo residuale come spazio non urbano, infatti il termine "rurale" deriva dalla parola latina "rus", che significa "campagna coltivata", ed è contrapposta ad "urbs", la città.

La contrapposizione delle due aree sembra chiara, ma, attualmente, definire in modo concreto i confini e le caratteristiche dello spazio rurale è molto complicato, anche perche´ si è spesso ragionato sui territori rurali in un'accezione negativa, come aree marginali, poco sviluppate ed economicamente poco redditizie, basandosi più sulla produttività delle colture o delle strutture industriali presenti, che non sulle peculiarità dell'area.

Per individuare le aree rurali, ogni stato ha sviluppato una propria definizione di spazio rurale, così che, nel panorama europeo, si possono riscontrare situazioni molto eterogenee. Per verificare le dimensioni e l'entità dei territori cosiddetti "rurali" vengono solitamente utilizzati alcuni parametri, dei quali il più comune e semplice è la misurazione della densità di popolazione, calcolata in base alla superficie, ma questo metodo presenta dei problemi per il confronto dei risultati ottenuti nei diversi stati. Infatti bisogna tenere conto del fatto che ciascuno stato ha una propria suddivisione territoriale, e che le misurazioni vengono fatte a livelli territoriali diversi.

Ad esempio, se si prende come unità di misura territoriale la regione per l'Italia, risulta difficile confrontarne le peculiarità con un Lander tedesco, perchè l'estensione è diversa, e diverse sono le caratteristiche politiche e socio-economiche delle due aree.

In definitiva bisogna considerare la specificità di ciascuno stato, ed adottare un metodo comune di rilevazione, che non si basi solo sul rapporto fra popolazione e superficie, ma che tenga presente che la presenza di persone in un'area dipende da molti aspetti, relativi alle caratteristiche economiche dell'area, alle risorse presenti, all'andamento demografico, e da altri fattori da considerare caso per caso.

Capire con precisione quale siano la superficie e le caratteristiche dei territori rurali permette sia di approntare delle politiche adeguate, sia di utilizzare in modo mirato i finanziamenti disponibili. Per questo è importante stabilire dei metodi di rilevazione comuni a livello europeo per determinare quali sono i territori rurali.

Qui di seguito verranno indicati due metodi che vengono utilizzati per calcolare l'estensione delle aree rurali negli stati dell'Unione Europea.

Il primo metodo è quello creato dall'Organizzazione Europea per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), la quale definisce due livelli di unità territoriali:
- il livello LOCALE;
- il livello REGIONALE.

In ciascuno di questi livelli viene misurata la densità di popolazione, ma per avere dei dati statistici omogenei fra i diversi stati si utilizzano le classificazioni NUTS, dei riferimenti comuni a livello europeo.

Secondo il metodo dell'OECD il livello LOCALE è composto dalle unità territoriali comprese nel NUTS 5, e quindi si definiscono aree rurali quelle zone (comuni e municipalità) nelle quali la densità di popolazione è al di sotto dei 150 abitanti per chilometro quadrato.

Nelle zone così identificate la popolazione residente viene definita come comunità rurale. Il livello REGIONALE corrisponde in gran parte al NUTS 3, e si individuano dei territori rurali quando una certa percentuale di popolazione vive in comunità rurali (con una densità inferiore a 150 abitanti per Km quadrato).

In questo livello si individuano:
- regioni prevalentemente rurali, nelle quali il 50% degli abitanti vive in comunità rurali;
- regioni significativamente rurali, con una percentuale di abitanti in comunità rurali compresa fra il 15% e il 50%;
- regioni prevalentemente urbane, con meno del 15% degli abitanti in comunità rurali.

I risultati di questo metodo indicano che ben il 10% della popolazione totale europea vive in aree prevalentemente rurali, le quali rappresentano il 47% del territorio europeo. Invece il 60% della popolazione è concentrata in aree urbane, le quali corrispondono al 16% del territorio europeo.

Per quanto riguarda l'Italia, risulta che a livello regionale il 4,1% della popolazione abita in zone prevalentemente rurali, il 27,1% in zone significativamente rurali e il 68,8% in aree prevalentemente urbane.

Il secondo metodo per definire le aree rurali è elaborato da Eurostat, che verifica il grado di urbanizzazione delle aree, calcolato con un algoritmo che suddivide le regioni europee in 3 classi:
- zone densamente popolate, con una densità di popolazione superiore a 500 abitanti per Km quadrato e con una popolazione totale dell'area superiore ai 50.000 abitanti;
- zone intermedie, con una densità compresa fra i 100 e i 500 abitanti per Km quadrato e una popolazione totale superiore a 50.000 abitanti;
- zone poco popolate, classificabili in modo residuale come aree nelle quali non si possono applicare i parametri precedenti.

In questo modo si definiscono delle unità territoriali, le "zone", che sono considerate come gruppi contigui di municipalità, laddove per municipalità si intende un'area inferiore a 100 Km quadrati.

Se una municipalità o un gruppo di municipalità non raggiungono la densità di popolazione richiesta per l'area nella quale sono inserite, ma sono interamente comprese in una zona intermedia o densamente popolata si considerano parte integrante della zona.

Se, invece, sono situate al confine fra una zona intermedia e una zona densamente popolata si considerano come intermedie.

I due metodi individuano aree rurali diverse perche´ diverso è il numero di abitanti considerati come riferimento sulla dimensione comune del chilometro quadrato: 150 abitanti con il metodo dell'OECD, 100 abitanti per Eurostat.

Per rendere i due metodi fra loro compatibili la Commissione europea ha modificato il metodo dell'OECD nel parametro di definizione della popolazione necessaria a classificare una comunità come rurale: da 150 abitanti si è passati a 100 abitanti, in questo modo i due metodi si possono paragonare, in quanto con meno di 100 abitanti per chilometro quadrato si definiscono le comunità rurali per l'OECD, e contemporaneamente le zone con il grado di urbanizzazione più basso per Eurostat.

Dal confronto emerge che l'80% del territorio dell'Unione Europea è rurale, ed in esso vive il 17% della popolazione totale.

In Italia le persone che vivono in comunità rurali sono pari al 14%.

Si può facilmente capire che la rilevanza territoriale è notevole, e per questo i problemi e lo sviluppo dei territori rurali devono essere considerati con molta attenzione dall'Unione Europea, in quanto riguardanti gran parte della comunità.

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