Le aree rurali si caratterizzano per alcuni fattori socio-economici che verranno considerati qui di seguito, analizzando le implicazioni che derivano da essi.
La Commissione Europea individua diversi tipi di aree rurali a seconda dell'integrazione con l'economia del proprio stato: aree rurali integrate, intermedie e remote.
Le aree integrate sono caratterizzate da un andamento demografico positivo, con tutti i settori dell'economia (primario, secondario e terziario) sviluppati, ma con il rischio di diventare aree residenziali piuttosto che lavorative.
Le aree intermedie sono solitamente distanti dai centri urbani e in esse sono sviluppati i settori primario e secondario, mentre le aree remote hanno una bassa densità di popolazione, con molti anziani, un'economia basata sull'agricoltura, infrastrutture e servizi minimi. Solitamente sono considerate aree remote le aree montane e quelle distanti dalle grandi reti dei trasporti.
Questa distinzione è utile per approfondire alcune caratteristiche salienti delle aree rurali.
La prima caratteristica riguarda l'andamento demografico. La Commissione Europea ha analizzato i dati demografici comunali, ed è risultato che il 56% dei comuni europei ha un ???andamento demografico positivo, il 32,7% un andamento negativo e l'11,3% stazionario.
All'interno di questi dati emerge che, mentre le aree prevalentemente urbane hanno una evoluzione demografica più positiva rispetto alle aree rurali, queste ultime prevalgono nel primato negativo.
L'Italia dimostra di avere una crescita inferiore al resto d'Europa, mentre essa supera la media europea nel decremento di popolazione, che è comune a tutte le aree, siano esse urbane o rurali.
Un altro fattore di differenziazione delle aree rurali è il reddito. Esso varia all'interno dell'Unione Europea, perche´ esistono zone rurali con un reddito più elevato di altre, ma in media le aree rurali presentano un reddito pro capite inferiore dell'8-30% rispetto alla media nazionale.
A livello occupazionale la situazione risulta essere molto diversa fra gli stati, ma tendenzialmente, le aree rurali presentano un'evoluzione occupazionale negativa, mentre quelle urbane hanno un'evoluzione positiva.
L'Italia mantiene una crescita occupazionale negativa, soprattutto localizzata nelle aree rurali, mentre la disoccupazione cresce, più del dato medio europeo.
Inoltre gli addetti all'agricoltura sono molto diminuiti, e risultano essere impegnati in gran parte solo part-time. In Italia gli occupati in agricoltura sono l'8,9% rispetto alla media europea del 5,5%, e sono localizzati in gran parte nelle aree rurali.
Allo stesso tempo le realtà produttive locali, le piccole e medie imprese, hanno capacità finanziarie limitate e non riescono a competere con le aziende delle aree urbane, soprattutto non riescono ad accedere a modalità di credito bancario studiato per le loro esigenze.
Nelle aree rurali mancano anche i servizi pubblici, perche´ la bassa densità di popolazione non è sufficiente a giustificare il mantenimento dei servizi pubblici esistenti e dei costi ad essi connessi.
In conclusione questi territori presentano delle caratteristiche tendenzialmente negative rispetto alle aree urbane, ma essi hanno anche delle peculiarità e delle risorse che attualmente l'Unione Europea sta rivalutando nell'ambito dei progetti di sviluppo rurale, e il turismo è una delle prospettive valutate.