Il turismo rurale è un fenomeno che parte dal territorio stesso, e che si pone come obiettivo quello di coinvolgere il tessuto economico locale, in modo da realizzare delle esternalità positive per le aree rurali.
Per questo motivo, esso non può essere visto come un fattore di sviluppo slegato dalle politiche di sviluppo rurale, anzi, può essere inquadrato proprio nell'ambito evolutivo delle politiche nazionali e comunitarie per le aree rurali.
Questo paragrafo si propone di analizzare alcune delle tendenze evolutive sopra descritte. Innanzitutto è importante capire che è ormai consolidato il concetto di agricoltura multifunzionale, come già evidenziato nel paragrafo 1.3.2.
Esso si basa sullo sfruttamento razionale e sulla valorizzazione di tutte le risorse del territorio a vantaggio della popolazione residente, in termini di qualità della vita, e a vantaggio dei non residenti, creando un maggiore valore aggiunto regionale.
In pratica oggi lo spazio agricolo non è piu considerato tale, ma è visto come spazio rurale, nel quale sono molteplici le attività possibili.
All'interno di questo spazio l'agricoltura ha avuto un ruolo fondamentale, tanto che la Commissione Europea ha riconosciuto che i suoi effetti sono così importanti da essere considerati beni pubblici, patrimonio comune di tutti.
L'importanza dello spazio rurale, e il ruolo dell'agricoltura in esso, vengono indicati sia nel processo di riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC), sia nei programmi di sviluppo rurale.
Da parte della PAC c'è stata una progressiva attenzione alla funzione ambientale dell'agricoltura, alla qualità delle produzioni e all'integrazione delle proprie misure con quelle di sviluppo rurale.
Per attuare queste obiettivi si è provveduto a modificare il regime di aiuti, privilegiando la varietà delle colture e l'estensivizzazione delle stesse, nonche´ l'adozione di pratiche di coltivazioni compatibili con l'ambiente.
Recentemente, con il nuovo regolamento 1257/99, la PAC ha espressamente dichiarato di voler fare dello sviluppo rurale il secondo obiettivo della propria politica, introducendo specifici aiuti per le zone svantaggiate e per quelle sottoposte a vincoli ambientali.
Ma che cosa si intende per sviluppo rurale?
La dichiarazione di Cork del 1996 ha dichiarato gli obiettivi chiave dello sviluppo rurale:
- un approccio integrato che comprenda lo sviluppo dell'agricoltura, la diversificazione economica delle piccole e medie imprese e dei servizi rurali, la gestione delle risorse naturali, il potenziamento delle funzioni ambientali e la promozione della cultura, del turismo e delle attività ricreative;
- la diversificazione delle attività socio-economiche, attraverso la creazione di dispositivi in favore di iniziative private e collettive capaci di svilupparsi autonomamente;
- la sostenibilità , attraverso politiche che promuovano la tutela della qualità e dell'amenità dei paesaggi rurali europei, così che il loro sfruttamento da parte della generazione attuale non comprometta le prospettive delle generazioni future;
- la sussidiarietà della politica di sviluppo rurale, che deve basarsi su iniziative che provengono dalle aree stesse, attraverso forme di cooperazione fra i vari livelli politici.
Gli aspetti dello sviluppo rurale sono molteplici e finalizzati al potenziamento dell'economia locale delle aree rurali, in quanto si tratta, per la maggior parte di queste zone, di un'economia in difficoltà, come è stato analizzato nel paragrafo 1.2.2.
Come mette in evidenza la Commissione Europea, le misure da adottare per potenziare l'economia locale possono essere riassunte in sei punti principali: protezione dell'ambiente, sviluppo e ammodernamento dei villaggi, creazione e salvaguardia delle infrastrutture, attenzione ai prodotti regionali, creazione di redditi alternativi derivanti da attività come l'artigianato e il turismo, sviluppo delle funzioni ricreative delle aree rurali.
Come si può capire, il turismo è un fattore importante per le politiche di sviluppo rurale, e la sua rilevanza viene indicata, principalmente, tramite l'attuazione delle misure del programma Leader.
Questo programma è stato attuato inizialmente nel periodo 1991-1993, con il Leader I, che si proponeva di rivitalizzare le aree rurali tramite la collaborazione fra operatori locali e autorità nazionali, valorizzando le risorse presenti.
Questa prima iniziativa ha permesso la creazione dei Gruppi di Azione Locale (GAL), che hanno dato vita a una serie di iniziative strategiche per le aree rurali. Da questa esperienza è emersa la carenza di progetti che fossero intesi in un contesto di sviluppo integrato delle risorse.
Per questo il successivo programma Leader II, riprendendo l'iniziativa precedente, ha cercato di creare delle sinergie fra operatori pubblici e privati, inserendo i programmi dei GAL nell'ambito dei programmi regionali, e ha favorito lo scambio di esperienze tramite l'incentivazione della creazione di una rete europea per la cooperazione rurale.
Il Leader II era un programma di sviluppo delle aree rurali applicabile nelle zone OBIETTIVO 1 (regioni in ritardo di sviluppo) e 5B ( caratterizzate da un tasso elevato di occupazione agricola sull'occupazione totale, da un basso livello di sviluppo economico e di reddito agricolo, da una bassa densità di popolazione).
I suoi obiettivi principali riguardavano le creazione di competenze per le aree rurali, di programmi di innovazione rurale, di azioni di cooperazione transnazionale, e la creazione della rete LEADER II per favorire lo scambio di esperienze.
Fra le misure ammissibili nei programmi di innovazione rurale c'erano anche iniziative inerenti lo sviluppo del turismo rurale: esse erano relative a studi per la valorizzazione di edifici storici e siti rurali, azioni di promozione ed istituzione di sistemi di prenotazione, concezione e creazione di nuovi prodotti turistici rurali.
Nel 2000 si è concluso il Leader II, e per il periodo 2000-2006 sono stati previsti ulteriori fondi con il Leader+.
Questo nuovo programma è applicabile a tutte le aree rurali, purchè sia dimostrata l'effettiva capacità e volontà di sperimentare nuove forme di sviluppo territoriale.
I principi sui quali si fonda il Leader+ riprendono quelli del Leader II: la creazione di progetti pilota realizzati dal basso verso l'alto, attraverso forme di cooperazione fra gli attori del processo, la cooperazione fra le aree rurali, la costituzione di un osservatorio europeo che possa animare la rete di attori rientrante nel programma Leader+.
Questo programma è stato cofinanziato dall'Unione Europea, con uno stanziamento di 2.020 milioni di euro, e verrà gestito attraverso il FEAOG sezione orientamento.
I beneficiari di tali fondi saranno i GAL, che dovranno impegnarsi a creare delle strategie territoriali integrate, individuando dei programmi che non siano solo una semplice somma di iniziative legate ad aspetti diversi, ma che rispecchino il necessario approccio globale del territorio.
Inoltre tali iniziative dovranno dimostrare la loro coerenza con le caratteristiche dell'area rurale interessata, la sostenibilità ambientale, l'originalità dei progetti, la vitalità economica e la trasferibilità dei metodi utilizzati.
I programmi LEADER sono essenziali per sviluppare delle iniziative intersettoriali che si rivolgano alle aree rurali, in special modo anche per lo sviluppo del turismo rurale, nel quale la struttura di offerta parte necessariamente dall'iniziativa territoriale, delle comunità rurali, le quali, attraverso l'utilizzo delle risorse presenti, mettono in gioco esigenze e obiettivi diversi che devono interagire fra loro.
Gli obiettivi che si pone il turismo rurale, all'interno del campo di azione piu vasto dello sviluppo rurale, sono quelli di limitare l'esodo agricolo con la creazione di nuovi posti di lavoro, riconvertire le produzioni, legandole alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali, creare nuove professionalità, nuovi modelli imprenditoriali e nuovi modelli di gestione delle aziende agricole, valorizzare le risorse ambientali attraverso un rapporto piu sinergico con l'ambiente, sviluppare economicamente le comunità rurali, con un conseguente miglioramento della qualità della vita.
Questi obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso una strategia comune, pianificata e integrata con le altre iniziative riguardanti il tessuto economico e sociale delle aree stesse. Per questo, è essenziale comprendere quali sono i meccanismi evolutivi delle politiche europee, sia inerenti alle misure di sviluppo rurale, sia a quelle relative all'evoluzione dell'agricoltura, perche´ entrambe riversano i loro effetti sulle medesime aree, ed è necessario che vengano considerate come un tutt'uno.